Page 52 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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prima esperienza militare. Gli ufficiali e i sottufficiali –
                   mandarono ad Halle, da Volkmann, uno specialista fa-
 a suo dire – lo hanno in gran simpatia, ma si dimentica  petto. I medici militari, impressionati e preoccupati, lo
 di aggiungere che per arruffianarseli paga loro la cola-  moso che gli prescrisse bagni in acqua salina. Ma nem-
 zione.  Si  vanta,  con  Rohde,  di  essere  il  migliore  delle  meno  questa  cura  ebbe  effetto  alcuno,  per  cui  si  pro-
 trenta reclute, ma noi sappiamo che un ufficiale per far  spettavano  rischi  per  i  polmoni  e  il  cuore  e  lo  spettro
 intendere a un soldato cui stava spiegando per l’ennesi-  dell’operazione.  Lo  trattarono  allora  con  pennellate  di
 ma volta un esercizio al cannone quanto fosse facile gli  iodio  e  lentamente,  molto  lentamente,  si  riprese.  La
 disse:  «Schultze,  lei  è  stupido,  persino  il  volontario  suppurazione diminuì e finalmente il 2 agosto fu dichia-
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 Nietzsche l’ha capito» . In realtà Nietzsche si impegnò  rato  guarito.  Erano  passati  cinque  mesi  dall’incidente,
 a fondo, come sempre, per essere all’altezza del compi-  un periodo che si era praticamente mangiato quanto gli
 to,  ma,  per  la  miopia,  la  corpulenza,  l’imbranataggine  restava  di  “naia”.  A  questo  punto  Nietzsche,  con  una
 che dimostrava in tutte le cose pratiche, le arti marziali,  delle  sue  tipiche  rappresentazioni,  finge,  con  se  stesso
 anche di più basso livello, non erano chiaramente affar  prima che con gli altri, di aver avuto la fermissima inten-
 suo.  Dopo  le  prime  euforie  cominciò  a  soffrire  parec-  zione  di  intraprendere  la  carriera  militare,  ma  poiché
 chio, a trovare insopportabile il servizio e a rimpiangere  quell’incidente gli ha sbarrato la strada ai gradi di uffi-
 la quiete degli studi. Anche se, naturalmente, nelle let-  ciale  «allora  desidero  addirittura  sparire,  un  po’ alla
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 tere  sostiene  spavaldamente  il  contrario:  «Considero  il  volta, dalle liste dei soggetti al servizio militare» . Men-
 servizio militare un drastico contravveleno ad un tipo di  tre  era  malato  lo  avevano  promosso  “appuntato”,  ma
 erudizione  tetra,  pedantesca,  inconsistente  contro  la  quando il suo capitano gli fece sapere che sarebbe po-
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 quale mi batto costantemente» . A toglierlo d’impaccio  tuto diventare sottotenente della milizia territoriale pur-
 arrivò un incidente che verrebbe da definire psicosoma-  ché  prestasse  almeno  un  altro  mese  di  servizio,  fece
 tico perché è in linea con tutta l’esistenza di Nietzsche,  orecchie da mercante.
 dove è sempre la malattia a levarlo da situazioni che non  A parte questo incidente di percorso, i quattro anni
 riesce a tollerare e a controllare, ma dalle quali da solo,  che  Nietzsche  passò  a  Lipsia  da  studente  universitario
 di sua volontà, non è in grado di uscire.  furono,  dal  punto  di  vista  della  salute,  i  migliori  della
 Un giorno di marzo del 1868, mentre montava il suo  sua vita. Però proprio nei primi mesi di Lipsia soffrì di
 Baldwin, che, naturalmente, era «uno degli animali più  una forma reumatica acuta che gli prendeva le braccia,
 focosi  del  reggimento»,  sbagliò  un  salto  e  sbatté  vio-  il  collo,  le  guance,  i  denti  e  gli  procurava  ogni  giorno
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 lentemente il petto contro l’arco della sella. Nonostante  «dolorosissime fitte alla testa» . In seguito molti pren-
 il dolore, continuò a cavalcare e finì l’esercitazione. Ma  deranno  spunto  da  questi  disturbi  per  ipotizzare  una
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 la sera svenne due volte. Fu rimandato di corsa a casa e  base luetica della follia del filosofo .
 dovette passare dieci giorni a letto, assumendo morfina  La  carriera  universitaria  di  Nietzsche  proseguiva  in-
 perché le fitte erano lancinanti. Per soprammercato gli  tanto a gonfie vele. Grazie a Ritschl andava pubblicando
 venne una fastidiosissima gastrite. E qui accadde qual-  i suoi lavori (Per la storia della silloge gnomica di Teogni-
 cosa di strano: la ferita non voleva saperne di rimargi-  de,  Il  canto  di  Danae  e  di  Simonide  e  altri)  sulle  più
 narsi e continuava a suppurare. Dopo un paio di mesi  importanti  riviste  filologiche,  «Rheinisches  Museum»,
 invece  di  chiudersi  cominciò  a  smangiargli  le  ossa  del  «Jahrbücher  für  Philologie»,  «Literarisches  Zentral-




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