Page 48 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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blatt»)  e  chiacchierava,  quindi  andava  alle  lezioni,  in
                   nione della stampa («Molto rumore per nulla»), anche
 particolare di paleografia che gli piaceva molto, oppure  che non fossero scientifici e ostentava una pessima opi-
 in biblioteca. Le serate le passava spesso alla taverna di  se  lo  stile  delle  sue  opere  maggiori,  chiaro,  levigato,
 Stimmer, altrimenti andava a teatro e ai concerti o alle  scorrevole,  conciso,  e  il  suo  amore  per  i  calembour,
 riunioni  mondane  a  casa  di  Ritschl.  A  differenza  di  sono giornalistici, sia pur di un giornalismo ad altissimo
 Bonn e di Pforta aveva parecchi amici, quasi tutti filo-  livello.
 logi.  Oltre  a  Mushake  e  Gersdorff,  c’erano  Roscher,  Nel complesso una vita molto regolata, con pochissi-
 Kinkel,  Wisser,  Windisch,  Kleinpaul,  Kohl,  Romundt.  ma “scapigliatura”. Nietzsche già in questi anni è molto
 Discutevano molto di musica e di Wagner, il capofila di  attento a evitare gli strapazzi, fisici ed emotivi. Oltre a
 quella che veniva allora chiamata «la musica dell’avveni-  non  fumare  e  a  bere  pochissimo,  è  molto  controllato
 re», che a Nietzsche non piaceva affatto. La musica ri-  anche  nel  cibo,  dove  segue  diete  di  sua  invenzione,  e
 maneva la sua grande passione, ma aveva capito di non  quando può fa un sonnellino pomeridiano.
 essere un artista, si era tagliato i lunghi capelli che co-  Un “giro di vita” glielo diede la conoscenza di Erwin
 minciavano  a  diventare  castani  e  si  era  solennemente  Rohde,  di  un  anno  più  giovane,  anch’egli  studente  di
 ripromesso di non comporre più. Si era anche fatto cre-  filologia. Figlio di un medico, Rohde era un bellissimo
 scere i baffi, anzi dei baffetti, niente a che vedere, anco-  ragazzo,  alto,  snello,  con  occhi  vivacissimi  e  profondi,
 ra, con gli enormi baffoni, quasi caricaturali, che avreb-  molto sensibile e pieno di temperamento. Portava Nietz-
 be adottato in seguito e che avevano la funzione di ma-  sche la sera ad esercitarsi al tiro con la pistola e lo con-
 scherare quel che c’era di molle, di cedevole, di roseo,  vinse a seguire regolari corsi di equitazione. Per Nietz-
 di infantile, di femmineo, nel suo viso, oltre che nel suo  sche, il posapiano, doveva essere una bella soddisfazione
 carattere. Nell’amicizia, di cui aveva il culto, era affet-  quando, eccitati ancora per la cavalcata, i due entravano
 tuoso,  tenero,  quasi  sdolcinato,  ma  esigentissimo,  su-  a  frusta  alzata  al  corso  di  grammatica  latina  di  Ritschl
 scettibile e non tollerava nessun difetto di forma.  dove sedevano pallidi filologi. Il periodo in cui frequen-
 Grazie  all’eredità  della  zia  Rosalie,  morta  nel  1867,  tò Rodhe fu forse l’unico in cui l’esistenza di Nietzsche
 aveva lasciato la sua camera d’affitto per andare a vivere  ebbe un po’ di azione, di movimento, di vitalità. Stavano
 a pensione dal professor Biedermann, una sistemazione  insieme  quasi  tutta  la  giornata,  facevano  lunghissime
 molto più centrale, comoda e dignitosa che gli consen-  chiacchierate in riva al fiume e la sera andavano ai con-
 tiva tra l’altro di consumare i pasti in casa e di evitare di  certi  e  soprattutto  a  teatro,  che  piaceva  moltissimo  a
 guastarsi lo stomaco nelle bettole. Biedermann era un ex  entrambi. Fecero un viaggio nella Foresta Nera, ne pro-
 parlamentare  e  un  uomo  di  vasti  interessi,  collaborava  gettarono un altro a Parigi. Deliravano per le attrici più
 alla «Deutsche Allgemeine» e la sua casa era frequentata  famose dell’epoca, Marie Niemann-Sebach, che avevano
 da  intellettuali  e  artisti.  Fu  attraverso  Biedermann  che  visto  nei  ruoli  di  Margherita,  di  Giulietta,  di  Maria
 Nietzsche ottenne di collaborare, come cronista di con-  Stuarda, e, soprattutto, la giovane e graziosissima “pri-
 certi e di conferenze, alla «Deutsche Allgemeine» per la  ma  amorosa”  Suzanne  Klemm  che  avevano  ribattezza-
 quale divenne anche, per qualche tempo, critico operi-  to,  in  greco  naturalmente,  glaukidion,  “la  civettina”.
 stico. Fu la sua unica esperienza giornalistica, in seguito  Della  Klemm  comprarono  una  foto  formato  cartolina
 rifiutò sempre di avere a che fare con periodici e riviste  che appesero nella loro camera quando andarono a vi-




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