Page 53 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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blatt». Ritschl era un uomo notevole, ma era un barone
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                   e  si  comportava  come  tutti  i  baroni,  di  ieri  e  di  oggi,     ta  con  un  linguaggio  un  po’  più  sciolto,  abbordabile,
                   favorendo spudoratamente i suoi protetti. «Così accad-                 dare  una  notorietà  che  andava  al  di  là  della  ristretta
                   de che un giorno» racconta Nietzsche, «mi chiese, con                  cerchia degli studiosi. Opportunità che la filologia non
                   fare allusivo e misterioso... se avrei intrapreso uno stu-             poteva certo offrire. Scrive nei suoi diari: «Altre scienze,
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                   dio sulle fonti di Laertio» . Nietzsche, tontolone come                nella loro fiorente giovinezza e stupefacente forza pro-
                   sempre, si tormentò per qualche giorno sul significato di              duttiva, hanno maggiore diritto al fresco vigore di entu-
                   quel messaggio criptico. Finalmente capì l’antifona e si               siastici talenti che non la nostra filologia la quale, è vero,
                   mise  a  studiare  furiosamente  quell’argomento.  Il  con-            procede ancora gagliarda, ma qua e là tradisce i linea-
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                   corso bandito di lì a poco dalla facoltà di Filosofia ebbe             menti avvizziti della vecchiaia» . Si sentiva un «filologo
                   come oggetto, guarda il caso, proprio le fonti di Dioge-               per rassegnazione», per mancanza di alternative. Spinto
                   ne Laerzio. Nietzsche vinse a redini basse, sbaragliando               da  Rohde  progettò  un  soggiorno  di  un  anno  a  Parigi,
                   la concorrenza.                                                        “maestra di vita”. Sarebbe stato un anno di studi, certa-
                      Tutto sembrava filare per il giusto verso, ma c’era un              mente, ma anche di teatro e di French can can.
                   Nietzsche notturno, segreto, sconosciuto a quelli che gli                Proprio sul più bello, mentre meditava la fuga, dalla
                   stavano intorno, che era tormentato da incubi e alluci-                filologia, dai libri, dalla tetra vita di topo di biblioteca,
                   nazioni, se a un certo punto, nell’autunno del 1868, si                gli giunse una di quelle offerte che non si possono rifiu-
                   può leggere nel suo diario: «Ciò ch’io temo non è l’or-                tare e che decise la sua esistenza: una cattedra di filolo-
                   renda figura dietro la mia sedia, ma la sua voce: e nem-               gia  classica  all’Università  di  Basilea.  Era  stato  Ritschl,
                   meno le parole, bensì il tono terribilmente inarticolato e             naturalmente.
                   disumano di questa figura. Sì, se parlasse almeno come                   Benché  Nietzsche  non  fosse  ancora  laureato  e  tanto
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                   parlano gli uomini!» . Chi era l’orrenda figura che sta-               meno abilitato all’insegnamento, quando, nel 1868, si era
                   zionava alle spalle di Nietzsche? Era suo padre? Era un                liberata la cattedra di lingua e letteratura greca all’Uni-
                   presentimento? Era l’occhio della sua mente che, ineso-                versità di Basilea per la partenza del titolare, Adolf Kies-
                   rabilmente, lo controllava?                                            sling, Ritschl aveva cominciato a tessere la sua tela. Per
                      Ma c’erano anche altre preoccupazioni, più pedestri,                la verità era stato proprio Kiessling, preoccupato di as-
                   che  lo  turbavano.  Sentiva  che  la  filologia  classica  era        sicurarsi  una  degna  successione,  a  chiedere  a  Ritschl
                   troppo  limitata,  troppo  angusta  per  le  sue  ambizioni.           informazioni  su  Nietzsche  di  cui  aveva  notato  i  lavori
                   Capiva  benissimo,  e  lo  scriveva  nel  suo  diario,  che  la        pubblicati  dal  «Rheinisches  Museum».  Era  stato  come
                   filologia, benché godesse in Germania di grande presti-                allettare un vampiro con uno sbocco di sangue. Ritschl
                   gio  e  si  ponesse  come  scienza,  era  in  realtà  alla  retro-     rispose con questa lettera: «Per quante giovani forze io
                   guardia rispetto alle vere scienze, alle scienze esatte che            abbia  visto  svilupparsi  sotto  i  miei  occhi  ormai  da  39
                   stavano conoscendo uno straordinario boom. Nietzsche                   anni, non ho mai conosciuto o cercato, secondo la mia
                   non  era  uomo  da  scienze  esatte  però  a  disposizione,  e         facoltà, di istradare nella mia disciplina un giovane che
                   molto  più  vicina  ai  suoi  talenti,  c’era  la  filosofia  che      sia maturato così precocemente e in età così fresca come
                   all’epoca  era  ancora  considerata  la  scienza  di  tutte  le        questo  Nietzsche...  Se  avrà,  come  Iddio  voglia,  lunga
                   scienze, quella che le ricomprendeva tutte, e che, tratta-             vita, io predico che un giorno egli sarà ai primissimi posti




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