Page 54 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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blatt». Ritschl era un uomo notevole, ma era un barone
                   comprensibile, come aveva fatto Schopenhauer, poteva
 e  si  comportava  come  tutti  i  baroni,  di  ieri  e  di  oggi,  ta  con  un  linguaggio  un  po’  più  sciolto,  abbordabile,
 favorendo spudoratamente i suoi protetti. «Così accad-  dare  una  notorietà  che  andava  al  di  là  della  ristretta
 de che un giorno» racconta Nietzsche, «mi chiese, con  cerchia degli studiosi. Opportunità che la filologia non
 fare allusivo e misterioso... se avrei intrapreso uno stu-  poteva certo offrire. Scrive nei suoi diari: «Altre scienze,
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 dio sulle fonti di Laertio» . Nietzsche, tontolone come  nella loro fiorente giovinezza e stupefacente forza pro-
 sempre, si tormentò per qualche giorno sul significato di  duttiva, hanno maggiore diritto al fresco vigore di entu-
 quel messaggio criptico. Finalmente capì l’antifona e si  siastici talenti che non la nostra filologia la quale, è vero,
 mise  a  studiare  furiosamente  quell’argomento.  Il  con-  procede ancora gagliarda, ma qua e là tradisce i linea-
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 corso bandito di lì a poco dalla facoltà di Filosofia ebbe  menti avvizziti della vecchiaia» . Si sentiva un «filologo
 come oggetto, guarda il caso, proprio le fonti di Dioge-  per rassegnazione», per mancanza di alternative. Spinto
 ne Laerzio. Nietzsche vinse a redini basse, sbaragliando  da  Rohde  progettò  un  soggiorno  di  un  anno  a  Parigi,
 la concorrenza.   “maestra di vita”. Sarebbe stato un anno di studi, certa-
 Tutto sembrava filare per il giusto verso, ma c’era un  mente, ma anche di teatro e di French can can.
 Nietzsche notturno, segreto, sconosciuto a quelli che gli  Proprio sul più bello, mentre meditava la fuga, dalla
 stavano intorno, che era tormentato da incubi e alluci-  filologia, dai libri, dalla tetra vita di topo di biblioteca,
 nazioni, se a un certo punto, nell’autunno del 1868, si  gli giunse una di quelle offerte che non si possono rifiu-
 può leggere nel suo diario: «Ciò ch’io temo non è l’or-  tare e che decise la sua esistenza: una cattedra di filolo-
 renda figura dietro la mia sedia, ma la sua voce: e nem-  gia  classica  all’Università  di  Basilea.  Era  stato  Ritschl,
 meno le parole, bensì il tono terribilmente inarticolato e  naturalmente.
 disumano di questa figura. Sì, se parlasse almeno come  Benché  Nietzsche  non  fosse  ancora  laureato  e  tanto
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 parlano gli uomini!» . Chi era l’orrenda figura che sta-  meno abilitato all’insegnamento, quando, nel 1868, si era
 zionava alle spalle di Nietzsche? Era suo padre? Era un  liberata la cattedra di lingua e letteratura greca all’Uni-
 presentimento? Era l’occhio della sua mente che, ineso-  versità di Basilea per la partenza del titolare, Adolf Kies-
 rabilmente, lo controllava?  sling, Ritschl aveva cominciato a tessere la sua tela. Per
 Ma c’erano anche altre preoccupazioni, più pedestri,  la verità era stato proprio Kiessling, preoccupato di as-
 che  lo  turbavano.  Sentiva  che  la  filologia  classica  era  sicurarsi  una  degna  successione,  a  chiedere  a  Ritschl
 troppo  limitata,  troppo  angusta  per  le  sue  ambizioni.  informazioni  su  Nietzsche  di  cui  aveva  notato  i  lavori
 Capiva  benissimo,  e  lo  scriveva  nel  suo  diario,  che  la  pubblicati  dal  «Rheinisches  Museum».  Era  stato  come
 filologia, benché godesse in Germania di grande presti-  allettare un vampiro con uno sbocco di sangue. Ritschl
 gio  e  si  ponesse  come  scienza,  era  in  realtà  alla  retro-  rispose con questa lettera: «Per quante giovani forze io
 guardia rispetto alle vere scienze, alle scienze esatte che  abbia  visto  svilupparsi  sotto  i  miei  occhi  ormai  da  39
 stavano conoscendo uno straordinario boom. Nietzsche  anni, non ho mai conosciuto o cercato, secondo la mia
 non  era  uomo  da  scienze  esatte  però  a  disposizione,  e  facoltà, di istradare nella mia disciplina un giovane che
 molto  più  vicina  ai  suoi  talenti,  c’era  la  filosofia  che  sia maturato così precocemente e in età così fresca come
 all’epoca  era  ancora  considerata  la  scienza  di  tutte  le  questo  Nietzsche...  Se  avrà,  come  Iddio  voglia,  lunga
 scienze, quella che le ricomprendeva tutte, e che, tratta-  vita, io predico che un giorno egli sarà ai primissimi posti




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