Page 51 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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prima esperienza militare. Gli ufficiali e i sottufficiali –
mandarono ad Halle, da Volkmann, uno specialista fa-
a suo dire – lo hanno in gran simpatia, ma si dimentica petto. I medici militari, impressionati e preoccupati, lo
di aggiungere che per arruffianarseli paga loro la cola- moso che gli prescrisse bagni in acqua salina. Ma nem-
zione. Si vanta, con Rohde, di essere il migliore delle meno questa cura ebbe effetto alcuno, per cui si pro-
trenta reclute, ma noi sappiamo che un ufficiale per far spettavano rischi per i polmoni e il cuore e lo spettro
intendere a un soldato cui stava spiegando per l’ennesi- dell’operazione. Lo trattarono allora con pennellate di
ma volta un esercizio al cannone quanto fosse facile gli iodio e lentamente, molto lentamente, si riprese. La
disse: «Schultze, lei è stupido, persino il volontario suppurazione diminuì e finalmente il 2 agosto fu dichia-
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Nietzsche l’ha capito» . In realtà Nietzsche si impegnò rato guarito. Erano passati cinque mesi dall’incidente,
a fondo, come sempre, per essere all’altezza del compi- un periodo che si era praticamente mangiato quanto gli
to, ma, per la miopia, la corpulenza, l’imbranataggine restava di “naia”. A questo punto Nietzsche, con una
che dimostrava in tutte le cose pratiche, le arti marziali, delle sue tipiche rappresentazioni, finge, con se stesso
anche di più basso livello, non erano chiaramente affar prima che con gli altri, di aver avuto la fermissima inten-
suo. Dopo le prime euforie cominciò a soffrire parec- zione di intraprendere la carriera militare, ma poiché
chio, a trovare insopportabile il servizio e a rimpiangere quell’incidente gli ha sbarrato la strada ai gradi di uffi-
la quiete degli studi. Anche se, naturalmente, nelle let- ciale «allora desidero addirittura sparire, un po’ alla
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tere sostiene spavaldamente il contrario: «Considero il volta, dalle liste dei soggetti al servizio militare» . Men-
servizio militare un drastico contravveleno ad un tipo di tre era malato lo avevano promosso “appuntato”, ma
erudizione tetra, pedantesca, inconsistente contro la quando il suo capitano gli fece sapere che sarebbe po-
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quale mi batto costantemente» . A toglierlo d’impaccio tuto diventare sottotenente della milizia territoriale pur-
arrivò un incidente che verrebbe da definire psicosoma- ché prestasse almeno un altro mese di servizio, fece
tico perché è in linea con tutta l’esistenza di Nietzsche, orecchie da mercante.
dove è sempre la malattia a levarlo da situazioni che non A parte questo incidente di percorso, i quattro anni
riesce a tollerare e a controllare, ma dalle quali da solo, che Nietzsche passò a Lipsia da studente universitario
di sua volontà, non è in grado di uscire. furono, dal punto di vista della salute, i migliori della
Un giorno di marzo del 1868, mentre montava il suo sua vita. Però proprio nei primi mesi di Lipsia soffrì di
Baldwin, che, naturalmente, era «uno degli animali più una forma reumatica acuta che gli prendeva le braccia,
focosi del reggimento», sbagliò un salto e sbatté vio- il collo, le guance, i denti e gli procurava ogni giorno
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lentemente il petto contro l’arco della sella. Nonostante «dolorosissime fitte alla testa» . In seguito molti pren-
il dolore, continuò a cavalcare e finì l’esercitazione. Ma deranno spunto da questi disturbi per ipotizzare una
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la sera svenne due volte. Fu rimandato di corsa a casa e base luetica della follia del filosofo .
dovette passare dieci giorni a letto, assumendo morfina La carriera universitaria di Nietzsche proseguiva in-
perché le fitte erano lancinanti. Per soprammercato gli tanto a gonfie vele. Grazie a Ritschl andava pubblicando
venne una fastidiosissima gastrite. E qui accadde qual- i suoi lavori (Per la storia della silloge gnomica di Teogni-
cosa di strano: la ferita non voleva saperne di rimargi- de, Il canto di Danae e di Simonide e altri) sulle più
narsi e continuava a suppurare. Dopo un paio di mesi importanti riviste filologiche, «Rheinisches Museum»,
invece di chiudersi cominciò a smangiargli le ossa del «Jahrbücher für Philologie», «Literarisches Zentral-
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