Page 47 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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blatt»)  e  chiacchierava,  quindi  andava  alle  lezioni,  in
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                   particolare di paleografia che gli piaceva molto, oppure               che non fossero scientifici e ostentava una pessima opi-
                   in biblioteca. Le serate le passava spesso alla taverna di             se  lo  stile  delle  sue  opere  maggiori,  chiaro,  levigato,
                   Stimmer, altrimenti andava a teatro e ai concerti o alle               scorrevole,  conciso,  e  il  suo  amore  per  i  calembour,
                   riunioni  mondane  a  casa  di  Ritschl.  A  differenza  di            sono giornalistici, sia pur di un giornalismo ad altissimo
                   Bonn e di Pforta aveva parecchi amici, quasi tutti filo-               livello.
                   logi.  Oltre  a  Mushake  e  Gersdorff,  c’erano  Roscher,               Nel complesso una vita molto regolata, con pochissi-
                   Kinkel,  Wisser,  Windisch,  Kleinpaul,  Kohl,  Romundt.               ma “scapigliatura”. Nietzsche già in questi anni è molto
                   Discutevano molto di musica e di Wagner, il capofila di                attento a evitare gli strapazzi, fisici ed emotivi. Oltre a
                   quella che veniva allora chiamata «la musica dell’avveni-              non  fumare  e  a  bere  pochissimo,  è  molto  controllato
                   re», che a Nietzsche non piaceva affatto. La musica ri-                anche  nel  cibo,  dove  segue  diete  di  sua  invenzione,  e
                   maneva la sua grande passione, ma aveva capito di non                  quando può fa un sonnellino pomeridiano.
                   essere un artista, si era tagliato i lunghi capelli che co-              Un “giro di vita” glielo diede la conoscenza di Erwin
                   minciavano  a  diventare  castani  e  si  era  solennemente            Rohde,  di  un  anno  più  giovane,  anch’egli  studente  di
                   ripromesso di non comporre più. Si era anche fatto cre-                filologia. Figlio di un medico, Rohde era un bellissimo
                   scere i baffi, anzi dei baffetti, niente a che vedere, anco-           ragazzo,  alto,  snello,  con  occhi  vivacissimi  e  profondi,
                   ra, con gli enormi baffoni, quasi caricaturali, che avreb-             molto sensibile e pieno di temperamento. Portava Nietz-
                   be adottato in seguito e che avevano la funzione di ma-                sche la sera ad esercitarsi al tiro con la pistola e lo con-
                   scherare quel che c’era di molle, di cedevole, di roseo,               vinse a seguire regolari corsi di equitazione. Per Nietz-
                   di infantile, di femmineo, nel suo viso, oltre che nel suo             sche, il posapiano, doveva essere una bella soddisfazione
                   carattere. Nell’amicizia, di cui aveva il culto, era affet-            quando, eccitati ancora per la cavalcata, i due entravano
                   tuoso,  tenero,  quasi  sdolcinato,  ma  esigentissimo,  su-           a  frusta  alzata  al  corso  di  grammatica  latina  di  Ritschl
                   scettibile e non tollerava nessun difetto di forma.                    dove sedevano pallidi filologi. Il periodo in cui frequen-
                      Grazie  all’eredità  della  zia  Rosalie,  morta  nel  1867,        tò Rodhe fu forse l’unico in cui l’esistenza di Nietzsche
                   aveva lasciato la sua camera d’affitto per andare a vivere             ebbe un po’ di azione, di movimento, di vitalità. Stavano
                   a pensione dal professor Biedermann, una sistemazione                  insieme  quasi  tutta  la  giornata,  facevano  lunghissime
                   molto più centrale, comoda e dignitosa che gli consen-                 chiacchierate in riva al fiume e la sera andavano ai con-
                   tiva tra l’altro di consumare i pasti in casa e di evitare di          certi  e  soprattutto  a  teatro,  che  piaceva  moltissimo  a
                   guastarsi lo stomaco nelle bettole. Biedermann era un ex               entrambi. Fecero un viaggio nella Foresta Nera, ne pro-
                   parlamentare  e  un  uomo  di  vasti  interessi,  collaborava          gettarono un altro a Parigi. Deliravano per le attrici più
                   alla «Deutsche Allgemeine» e la sua casa era frequentata               famose dell’epoca, Marie Niemann-Sebach, che avevano
                   da  intellettuali  e  artisti.  Fu  attraverso  Biedermann  che        visto  nei  ruoli  di  Margherita,  di  Giulietta,  di  Maria
                   Nietzsche ottenne di collaborare, come cronista di con-                Stuarda, e, soprattutto, la giovane e graziosissima “pri-
                   certi e di conferenze, alla «Deutsche Allgemeine» per la               ma  amorosa”  Suzanne  Klemm  che  avevano  ribattezza-
                   quale divenne anche, per qualche tempo, critico operi-                 to,  in  greco  naturalmente,  glaukidion,  “la  civettina”.
                   stico. Fu la sua unica esperienza giornalistica, in seguito            Della  Klemm  comprarono  una  foto  formato  cartolina
                   rifiutò sempre di avere a che fare con periodici e riviste             che appesero nella loro camera quando andarono a vi-




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