Page 387 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 387

contro  la  quale  aveva  lottato  coraggiosamente  come
                                                                                          tutto, spudoratamente. Vive sullo sfondo della sua stessa
                   pochi  altri.  Se  si  fosse  potuto  alzare,  avrebbe  buttato        ma a lui come uomo si accenna appena o lo si ignora del
                   l’oratore  dalla  finestra  e  ci  avrebbe  cacciato  tutti  dal       vicenda.  Tutto  a  Weimar,  dove  Elisabeth  ha  trasferito
                           91
                   tempio» .                                                              l’Archivio e, dopo la morte della madre, ha preso con sé
                      Dopo la visita di Overbeck le cose peggiorarono an-                 il fratello, ruota intorno a Nietzsche, si deve a Nietzsche,
                   cora.  A  giorni  alterni  aveva  attacchi  di  agitazione  che        ma lui è come se non esistesse.
                   duravano  ventiquattro  ore.  E  adesso  non  camminava                  Elisabeth aveva portato l’Archivio a Weimar nell’esta-
                   proprio più, nemmeno per fare qualche passo. Ripresero                 te  del  1896  al  5  della  Worthstrasse  ma,  parendole  la
                   anche i tremori al mento con un inizio di “paralisi ora-               sede troppo modesta per le sue ambizioni, convinse la
                   ria”  come  la  chiamò  Binswanger,  che  andò  a  trovarlo            sempre generosa Meta von Salis ad acquistare Villa Sil-
                   per il suo cinquantaduesimo compleanno. Lo psichiatra,                 berblick, un edificio sgraziato ma imponente che domi-
                   per  consolare  la  madre,  si  complimentò  per  l’aspetto            nava dall’alto la città. Per la verità la Silberblick era in
                   fisico  del  malato  e  le  disse  mentendo:  «Signora  Nietz-         una posizione infelice, troppo esposta alle intemperie, al
                   sche,  debbo  farle  i  miei  complimenti,  chi  direbbe  che          vento e, soprattutto, al sole, tanto che gli abitanti della
                                                 92
                   questo è un uomo di 52 anni?» . E aggiunse: «La sua                    zona  la  chiamavano  Sonnenstich  («colpita  dal  sole»).
                                                       93
                   assistenza  è  splendida,  sì  splendida!» .  Era  la  verità.         Non era proprio l’ideale per un malato fragile, da sem-
                   Questa donna, che aveva avuto una vita per nulla fortu-                pre meteoropatico e che, per via degli occhi, per tutta la
                   nata, che aveva visto morirle un figlio di soli due anni,              vita  aveva  fuggito  la  luce.  Ma  questo  importava  ormai
                   che era rimasta vedova a 23, con la responsabilità di due              pochissimo.
                   bambini piccoli, che aveva curato per un anno e mezzo                    «Sai  papà?  Lassù  è  andato  ad  abitare  un  filosofo
                                                                                                  94
                   il  marito  malato  di  un  devastante  tumore  al  cervello,          matto!»  disse il piccolo Schoffler al padre Ludwig, un
                   aveva dovuto ripetere quell’esperienza col proprio pri-                vecchio amico di Friedrich dei tempi di Basilea, quando
                   mogenito, per un periodo molto più lungo e in una si-                  Nietzsche venne portato a Villa Silberblick. Fu il saluto
                   tuazione ancora più straziante perché le toccò assistere,              della comunità di Weimar, fra i cui abitanti l’arrivo del
                   giorno dopo giorno, al lento spegnersi non solo di ogni                “filosofo  matto”  suscitò  una  curiosità  morbosa:  «Nei
                   funzione  vitale  ma  anche  di  un  portentoso  cervello.  E          primi  giorni  dopo  il  trasferimento  la  gente  di  Weimar
                   sopportò quella che lei, fervente credente, avrebbe po-                assediò  letteralmente  la  villa:  strisciavano  attraverso  i
                   tuto  chiamare  –  e  non  lo  fece  mai  –  la  sua  croce  con       campi di grano circostanti, pur di carpire anche un solo
                                                                                                   95
                   un’abnegazione,  una  forza  d’animo  e  una  serenità                 sguardo» .
                   straordinari, che non le vennero mai meno finché ebbe                    Elisabeth  aveva  scelto  Weimar  perché  qui  c’era  già
                   fiato in corpo. Franziska Nietzsche, da tempo ammalata                 l’Archivio Goethe-Schiller, i due sommi della cultura te-
                   di cancro, morì il 20 aprile del 1897, a settantun anni.               desca  cui  Nietzsche  avrebbe  dovuto  aggiungersi  come
                   Lui non si accorse della scomparsa della madre.                        terzo,  a  pari,  se  non  maggior,  merito.  L’ambizione  di
                      Da  questo  momento  Nietzsche  cessa  di  essere  una              Elisabeth  era  di  fare  di  Weimar,  attraverso  le  attività
                   persona.  Nel  carteggio  di  Elisabeth  con  gli  amici  e  i         dell’Archivio, un centro di cultura internazionale come
                   conoscenti  e  di  questi  fra  di  loro,  si  parla  moltissimo       era riuscito a Cosima Wagner con Bayreuth, e di Villa
                   della fama, degli affari, dell’Archivio e delle sue attività,          Silberblick  un  equivalente  di  Villa  Wahnfried.  Il  suo




                                           400                                                                    401





           0040.testo.indd   400                                    30-11-2009   12:17:01
   382   383   384   385   386   387   388   389   390   391   392