Page 388 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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contro  la  quale  aveva  lottato  coraggiosamente  come
                   tutto, spudoratamente. Vive sullo sfondo della sua stessa
 pochi  altri.  Se  si  fosse  potuto  alzare,  avrebbe  buttato  ma a lui come uomo si accenna appena o lo si ignora del
 l’oratore  dalla  finestra  e  ci  avrebbe  cacciato  tutti  dal  vicenda.  Tutto  a  Weimar,  dove  Elisabeth  ha  trasferito
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 tempio» .         l’Archivio e, dopo la morte della madre, ha preso con sé
 Dopo la visita di Overbeck le cose peggiorarono an-  il fratello, ruota intorno a Nietzsche, si deve a Nietzsche,
 cora.  A  giorni  alterni  aveva  attacchi  di  agitazione  che  ma lui è come se non esistesse.
 duravano  ventiquattro  ore.  E  adesso  non  camminava  Elisabeth aveva portato l’Archivio a Weimar nell’esta-
 proprio più, nemmeno per fare qualche passo. Ripresero  te  del  1896  al  5  della  Worthstrasse  ma,  parendole  la
 anche i tremori al mento con un inizio di “paralisi ora-  sede troppo modesta per le sue ambizioni, convinse la
 ria”  come  la  chiamò  Binswanger,  che  andò  a  trovarlo  sempre generosa Meta von Salis ad acquistare Villa Sil-
 per il suo cinquantaduesimo compleanno. Lo psichiatra,  berblick, un edificio sgraziato ma imponente che domi-
 per  consolare  la  madre,  si  complimentò  per  l’aspetto  nava dall’alto la città. Per la verità la Silberblick era in
 fisico  del  malato  e  le  disse  mentendo:  «Signora  Nietz-  una posizione infelice, troppo esposta alle intemperie, al
 sche,  debbo  farle  i  miei  complimenti,  chi  direbbe  che  vento e, soprattutto, al sole, tanto che gli abitanti della
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 questo è un uomo di 52 anni?» . E aggiunse: «La sua  zona  la  chiamavano  Sonnenstich  («colpita  dal  sole»).
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 assistenza  è  splendida,  sì  splendida!» .  Era  la  verità.  Non era proprio l’ideale per un malato fragile, da sem-
 Questa donna, che aveva avuto una vita per nulla fortu-  pre meteoropatico e che, per via degli occhi, per tutta la
 nata, che aveva visto morirle un figlio di soli due anni,  vita  aveva  fuggito  la  luce.  Ma  questo  importava  ormai
 che era rimasta vedova a 23, con la responsabilità di due  pochissimo.
 bambini piccoli, che aveva curato per un anno e mezzo  «Sai  papà?  Lassù  è  andato  ad  abitare  un  filosofo
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 il  marito  malato  di  un  devastante  tumore  al  cervello,  matto!»  disse il piccolo Schoffler al padre Ludwig, un
 aveva dovuto ripetere quell’esperienza col proprio pri-  vecchio amico di Friedrich dei tempi di Basilea, quando
 mogenito, per un periodo molto più lungo e in una si-  Nietzsche venne portato a Villa Silberblick. Fu il saluto
 tuazione ancora più straziante perché le toccò assistere,  della comunità di Weimar, fra i cui abitanti l’arrivo del
 giorno dopo giorno, al lento spegnersi non solo di ogni  “filosofo  matto”  suscitò  una  curiosità  morbosa:  «Nei
 funzione  vitale  ma  anche  di  un  portentoso  cervello.  E  primi  giorni  dopo  il  trasferimento  la  gente  di  Weimar
 sopportò quella che lei, fervente credente, avrebbe po-  assediò  letteralmente  la  villa:  strisciavano  attraverso  i
 tuto  chiamare  –  e  non  lo  fece  mai  –  la  sua  croce  con  campi di grano circostanti, pur di carpire anche un solo
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 un’abnegazione,  una  forza  d’animo  e  una  serenità  sguardo» .
 straordinari, che non le vennero mai meno finché ebbe  Elisabeth  aveva  scelto  Weimar  perché  qui  c’era  già
 fiato in corpo. Franziska Nietzsche, da tempo ammalata  l’Archivio Goethe-Schiller, i due sommi della cultura te-
 di cancro, morì il 20 aprile del 1897, a settantun anni.  desca  cui  Nietzsche  avrebbe  dovuto  aggiungersi  come
 Lui non si accorse della scomparsa della madre.  terzo,  a  pari,  se  non  maggior,  merito.  L’ambizione  di
 Da  questo  momento  Nietzsche  cessa  di  essere  una  Elisabeth  era  di  fare  di  Weimar,  attraverso  le  attività
 persona.  Nel  carteggio  di  Elisabeth  con  gli  amici  e  i  dell’Archivio, un centro di cultura internazionale come
 conoscenti  e  di  questi  fra  di  loro,  si  parla  moltissimo  era riuscito a Cosima Wagner con Bayreuth, e di Villa
 della fama, degli affari, dell’Archivio e delle sue attività,  Silberblick  un  equivalente  di  Villa  Wahnfried.  Il  suo




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