Page 339 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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nella sala comune, parlando da solo e tenendo in mano
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                   un biglietto da visita col suo nome, “professor Friedrich              teneva in testa da mane a sera non permettendo a nes-
                   Nietzsche”, che ripete come una litania, completamente                 con  la  madre,  quando  lei  gli  disse  scherzosamente:
                   indifferente a tutto ciò che gli sta intorno. Però quando              «Vecchio Fritz, tu sei un bel ladruncolo», lui rispose a
                   vede un infermiere o un medico si alza precipitosamente                tono:  «Ora  ho  qualcosa  da  fare  quando  striscerò  nella
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                   e va loro incontro per abbracciarli e quelli devono difen-             mia caverna» .
                   dersi dalle sue effusioni. Qualche volta legge un giornale               In  realtà  non  era  più  in  grado  di  scrivere  nulla  di
                   ma  dopo  cinque  minuti  lo  accartoccia  e  lo  straccia.  Il        sensato. Quando qualche tempo dopo la madre insistet-
                   solo  interesse  del  Nietzsche  di  una  volta  che  sembra           te  perché  mandasse  un  messaggio  alla  sorella,  scrisse
                   rimasto intatto è la musica. Purtroppo nel manicomio se                con una grafia confusissima: «Mia cara bestiolina salta-
                   ne fa pochissima, ma quando un altro alienato, detto “il               trice, cosiddetto Lama, ranocchio! Hanno appena suo-
                   barone”,  suona  la  sua  cetra  lui  lo  ascolta  estasiato  per      nato le campane della Riforma, dinanzi a me la chiesa
                   parecchi  minuti,  poi  preso  dall’entusiasmo  si  alza  e  si        della mia guarnigione, mammina mi ha appena rifocilla-
                   mette a ballare «una danza senza fine, finché il caposala              to col Trubli. Gli ultimi tempi difficili da caratterizzare!
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                   non  lo  porta  via  per  farlo  calmare» .  Prende  anche             Ci  sono  decine  di  cose  improbabili,  devi  uscirne  con
                                                                                                       40
                   molto volentieri, come sempre, i bagni, tanto che quan-                pochi danni!» . Poi il biglietto diventa indecifrabile. In
                   do  sparisce  dalla  circolazione,  cosa  che  accade  spesso,         un’altra lettera alla sorella si firmò, lucidamente, «il paz-
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                   basta cercarlo lì per essere sicuri di pescarlo.                       zo» .
                      La  madre  poté  andare  a  trovarlo  per  la  prima  volta           La madre trovò comunque che il suo aspetto era ot-
                   solo il 29 luglio, quasi sette mesi dopo il ricovero. L’ini-           timo, quasi incredibile con tutto quello che aveva passa-
                   zio  fu  poco  incoraggiante.  A  madre  e  figlio  era  stato         to  e  qualche  tempo  dopo  scrisse  a  Overbeck:  «Il  mio
                   concesso di incontrarsi nell’Auditorio perché la sala dei              caro Fritz oggi ha un aspetto immutato, come aveva nei
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                   colloqui era troppo affollata e la confusione innervosiva              suoi giorni più sani» . Fu autorizzata ad andarlo a tro-
                   terribilmente il malato. Mostrando l’Auditorio alla ma-                vare più spesso e lei, sottoponendosi a viaggi spossanti,
                   dre disse: «Sala stupenda, vedi, qui tengo le mie confe-               cominciò a fare la spola fra Naumburg e Jena, ospite dei
                   renze davanti a uno scelto pubblico. Mi sono state fatte               vecchi amici Gelzer. Le fu permesso di portare il figlio
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                   anche ottime offerte da Lipsia» . Fu felicissimo di rive-              anche  fuori  dalla  clinica  a  fare  qualche  passeggiatina,
                   dere  la  madre  cui  chiese  anche  notizie  della  sorella.          rimanendo  però  sull’enorme  piazzale  antistante.  Piano
                   Quindi afferrò una matita e prese a scrivere su una vec-               piano però si allargarono svicolando anche nelle strade
                   chia busta che lei gli porgeva. Alla fine intascò la matita,           circostanti. Passeggiare faceva bene al malato, era sem-
                   altre che erano in giro, risme di carta e non volle asso-              pre stata una sua passione, e Nietzsche sembrò miglio-
                   lutamente restituirle. Gli era venuta la mania di rubare               rare.  Facevano  anche  lunghe  chiacchierate,  abbastanza
                   cose  di  modestissimo  o  nessun  valore.  Le  sue  tasche            coerenti,  parlando  per  lo  più  di  cose  di  famiglia  e  di
                   erano  diventate  come  quelle  di  Tom  Sawyer.  La  sera             episodi del lontano passato, di Pforta, dei vecchi profes-
                   quando lo perquisivano gli trovavano di tutto: pezzi di                sori,  anche  se  Franziska,  che  nella  sua  ansia  di  veder
                   carta, stracci, pettini, saponi, sassi. Era particolarmente            guarito  il  figlio  era  disposta  a  enfatizzare  qualsiasi  suo
                   attratto  da  un  berrettino  in  dotazione  alla  clinica  che        comportamento che potesse apparire normale, è costret-




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