Page 336 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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«20 gennaio: Schiamazzo ininterrotto, lo si è dovuto
 viaggio  che  fu  particolarmente  difficile  nell’ultima  ora,
 da Weimar a Jena, perché Nietzsche ebbe altri attacchi  isolare.
 di  rabbia  e  buttò  fuori  dal  finestrino  i  suoi  guanti  e  26 gennaio: Riconosce subito il medico come Signor
 anche l’adorata torta di ricotta.  Dottore.
 L’ingresso di Nietzsche nel manicomio di Jena non fu  3 febbraio: Imbrattato di feci.
 molto diverso da quello alla Friedmatt: «Il malato va nel  10  febbraio:  Molto  rumoroso.  Spesso  ira  con  grida
 reparto con molti inchini di cortesia. Con passo maesto-  inarticolate.
 so, guardando il soffitto, entra nella sua stanza e ringra-  23  febbraio:  All’improvviso  prende  a  calci  un  altro
 zia per “la grandiosa accoglienza”. Non sa dove si trova.  paziente. “Da ultimo sono stato Federico Guglielmo”.
 A volte crede di essere a Naumburg, a volte a Torino.  28 febbraio: Prega sorridendo il medico: “Mi dia un
 Riferisce  correttamente  i  suoi  dati  personali.  L’espres-  po’ di salute”.
 sione del viso è sicura di sé, spesso autocompiaciuta e  10 marzo: Molto affamato, riconosce sempre i medici,
 affettata.  Gesticola  e  parla  incessantemente  con  tono  dice  di  essere  a  volte  il  duca  di  Cumberland,  a  volte
 affettato e parole enfatiche, a volte in italiano, a volte in  l’imperatore.
 francese. Cerca innumerevoli volte di stringere la mano  23 marzo: Crescente paresi del facciale destro quando
 ai medici. Colpisce il fatto che il paziente, pur essendo  è a riposo.
 stato  a  lungo  in  Italia,  spesso  sbaglia  o  non  conosce  26  marzo:  Chiede  spesso  di  andare  a  letto  a  metà
 affatto le parole più semplici delle frasi che dice in ita-  giornata. Va in giro spesso cantando e battendo i piedi.
 liano. Quanto al contenuto, si nota dispersione di idee  1 aprile: Imbrattato di escrementi. “Chiedo una veste
 nel suo parlare, a volte parla delle sue grandi composi-  da camera per una salvezza radicale. Di notte sono state
 zioni musicali e ne cita dei passaggi, parla dei suoi “con-  da me ventiquattro puttane”.
 siglieri di legazione e servitori”. Mentre parla fa smorfie  5 aprile: Urina nello stivale e beve l’urina.
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 quasi tutto il tempo» .  17  aprile:  “Di notte  hanno  imprecato  contro di  me,
 Queste furono le prime, poco incoraggianti, osserva-  dicevano  che  mia  madre  se  l’era  fatta  addosso;  hanno
 zioni  dei  medici  di  Jena  al  momento  del  ricovero.  Si  usato contro di me le macchinazioni più terribili”.
 rinunciò quasi subito a dargli la compagnia di altri alie-  18 aprile: Mangia escrementi.
 nati più o meno al suo livello, come si era pensato in un  19  aprile:  Scrive  cose  incomprensibili  sulle  pareti.
 primo  tempo.  Nietzsche  non  dimostrò  mai  alcun  inte-  “Voglio un revolver se è vero il sospetto che la grandu-
 resse per i propri compagni di sventura, non gli parlava  chessa  stessa  attua  queste  porcherie  e  questi  attentati
 e non aveva rapporti con loro. Si rinunciò anche, per il  contro di me. Mi rendono malato a destra della fronte”.
 momento, a ricoverarlo nel reparto “pazienti tranquilli”.  25 aprile: Di notte bisogna sempre isolarlo.
 Tre giorni dopo il suo ingresso la cartella clinica annota:  27 aprile: Frequenti impeti d’ira. Si imbratta di escre-
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 «Trasferito nella stanza sorvegliata» .  menti.
 Nietzsche  rimase  nel  manicomio  di  Jena  quattordici  29 aprile: Ogni tanto legge e ricorda quel che ha letto.
 mesi, dal 18 gennaio 1889 al 24 marzo 1890. La diagnosi  5 maggio: Dà al medico un biglietto sporco e illeggi-
 fu la stessa di Basilea: Paralisi progressiva. Il suo calvario  bile, il suo testamento.
 è cadenzato dalle annotazioni della cartella clinica:  16 maggio: “Continuano ad avvelenarmi”.




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