Page 300 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Naumann, lo stampatore, gli restituisce il manoscritto
                   malmente le sere le passava in camera sua, a scrivere, a
                   leggere (aveva scoperto i Codici di Manu che influenze-                del  Caso Wagner perché è incomprensibile. Ai vari di-
                   ranno notevolmente le sue ultime opere) e a suonare il                 sturbi  si  era  infatti  aggiunto  un  tremore  alle  mani  che
                   pianoforte. In casa ce n’erano due perché Irene, la figlia             rendeva  ancora  più  incerta  la  sua  grafia  nonostante  si
                   maggiore di Fino, studiava musica, e uno era stato mes-                fosse appositamente procurato dei pennini speciali, più
                   so a disposizione del “caro professore” nella sua stanza.              larghi,  meno duri, meglio adatti alle sue condizioni. A
                   Per ore i Fino sentivano venire al di là della porta una               causa  di  questi  ritardi  il  libro  uscirà  solo  alla  metà  di
                   musica  ossessiva  che  Irene  pensava  fosse  Wagner,  ma             settembre.
                   probabilmente  era  quella  “cupa  musica”  di  Nietzsche                Grazie anche ai marchi che gli erano arrivati tramite
                   che tanto esasperava Gast.                                             Deussen e da Meta von Salis, che è venuta in Engadina
                      Ai primi di giugno il termometro superò i trenta gra-               per un paio di settimane, cura di più il suo aspetto este-
                   di. Per Nietzsche, che sopportava solo temperature da                  riore, porta delle belle cravatte, ha un cappotto nuovo,
                   serra, era venuto il momento di fare fagotto e si incam-               camicie nuove, anche una valigia nuova, tutte cose che
                   minò, come ogni estate, per Sils-Maria. Dove fu imme-                  gli ha spedito la madre. Più avanti, a Torino, si compre-
                   diatamente ripreso dai suoi vecchi malesseri. «Da quan-                rà  un  paletot  leggero  foderato  di  seta  azzurra,  guanti
                   do  ho  lasciato  Torino  sono  in  uno  stato  miserevole.            inglesi,  scarpe  e  un  paio  di  occhiali  cerchiati  d’oro.  E
                   Eterni  mal  di  testa,  eterno  vomito,  una  recrudescenza           adesso, nelle sue cene solitarie a Sils, stende sulla tavola
                   delle mie sofferenze passate, schermo di una profonda                  una bella tovaglia bianca ricamata. Insomma si rimette
                   spossatezza nervosa, sicché tutta la macchina non fun-                 in  ordine,  vuole  farsi  trovar  pronto  all’appuntamento
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                   ziona» scrive a Overbeck il 4 luglio . Ai mali consueti                col successo.
                   si aggiungono violente coliche, accompagnate da dissen-                  Nietzsche avrebbe voluto lasciare Sils già il 16 settem-
                   teria, e un’infiammazione alle gengive. Alla fine di quel-             bre, la fatale Torino lo attira irresistibilmente. Ma una
                   l’estate la definirà «orribile». Però lavora sodo: rifinisce           tornata di eccezionale maltempo lo costrinse a rimanere
                   Il caso Wagner, comincia fin quasi a portarla a termine                ancora qualche giorno in Engadina. Quando si mise in
                   un’opera che inizialmente doveva chiamarsi Ozio di uno                 viaggio trovò la pianura padana inondata. «La cosa più
                   psicologo e che poi, su suggerimento di Gast che trova                 preoccupante» scrive, «è stato un lungo passaggio not-
                   il titolo fiacco, divenne il Crepuscolo degli idoli, ha sem-           turno  a  Como  per  terreni  allagati  su  una  strettissima
                   pre in cantiere l’“opera fondamentale” che a volte chia-               passerella  di  legno,  alla  luce  delle  torce!  Come  fatto
                                                                                                                                29
                   ma Trasvalutazione di tutti i valori mettendo come sotto-              apposta per una moscacieca come me!» .
                   titolo La volontà di potenza, altre invece inverte titolo e              Ma  come  mise  piede  a  Torino  tutti  i  suoi  malesseri
                   sottotitolo.  Sta  finendo  l’Anticristo  che,  almeno  nelle          cessarono di colpo. «Sono arrivato a Torino esausto per
                   intenzioni, dovrebbe costituire la prima parte della sua               l’aria  fiacca  e  umida  della  Lombardia:  ma  che  strano!
                   “summa”. Lavora fino a notte alta, poi si corica, ma a                 D’un  tratto  tutto  era  di  nuovo  a  posto...  uno  squisito
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                   volte, colpito da un pensiero improvviso, si alza alle due             senso di benessere in ogni cosa» . E non c’è solo il fatto
                   o  alle  tre  per  fissarlo  sulla  carta  e  continua  a  scrivere    che sono scomparse le solite sofferenze, c’è qualcosa di
                   finché si fa l’alba e sente il suo padrone, Durisch, che               completamente nuovo, di inaudito: una forza, un’ener-
                   apre piano la porta di casa per andare a caccia.                       gia, una pienezza di vita che non aveva mai avuto, nem-




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