Page 219 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 219

Lou  era  ancora  intenzionata  a  mantenere  in  piedi  il
 la baciò due volte «e cominciò a dire qualcosa che non
 55
 giunse a essere pronunciato» . Lou lasciò fare. Ma ogni  progetto  della  Trinità,  nonostante  la  saggia  Malwida
 volta che lui tentava un approccio sentimentale, cercan-  l’avesse ammonita che non stava né in cielo né in terra.
 do di trasformare l’amicizia in qualcos’altro, lei lo stop-  Le aveva scritto: «Lei non può abitare da sola con i due
 pava inesorabilmente. Ci provò quattro o cinque volte e  giovani... È una totale assurdità dal punto di vista pra-
 furono i soli momenti di malumore e di incomprensione  tico,  ritenuta  possibile  in  un  naturalissimo  entusiasmo
 fra i due.        momentaneo... Per quanto convinta io sia della sua neu-
 Sappiamo  tutte  queste  cose  perché  Lou  mandava  a  tralità,  l’esperienza  di  una  lunga  vita  e  la  conoscenza
 Rée dei resoconti dettagliatissimi che non tralasciavano  della natura umana mi dicono che inevitabilmente, nel
 alcun particolare, soprattutto quelli che potevano farlo  migliore dei casi, un cuore ne avrà terribilmente a sof-
 impazzire di gelosia. Era stato lo stesso Rée a chieder-  frire  e  nel  peggiore  un  vincolo  d’amicizia  ne  verrà  di-
                           58
 glielo,  sottolineando  che  voleva  sapere  innanzitutto  strutto» .  Malwida  aveva  previsto  tutto,  anche  chi  sa-
 come si comportava Nietzsche e se c’erano cambiamenti  rebbe stato il primo a lasciarci le penne: «Per Nietzsche
 56
                                                                    59
 nella  sua  «condotta  fisica» .  Però  in  quelle  settimane  sarebbe un’altra impresa fallita... Povero Nietzsche!» .
 più che di Nietzsche, che continuava a ritenere inoffen-  Partita finalmente Lou, Elisabeth si rifiutò di tornare
 sivo, si preoccupava di Heinrich von Stein cui, in quel  a Naumburg col fratello dicendogli beffardamente che
 momento, andavano le preferenze di Lou anche perché  adesso aveva capito in che cosa consisteva la sua filoso-
 il giovane faceva resistenza.  fia.  Nel  frattempo  aveva  provveduto  ad  avvertire  la
 Intanto, a Tautenburg, Elisabeth era stata completa-  madre, informandola, a modo suo, di tutta la vicenda.
 mente  emarginata,  trattata  come  una  vecchia  ciabatta.  Così  quando  Nietzsche  tornò  a  casa  trovò  Franziska
 Ed era fuori di sé: non solo vedeva il fratello cadere ogni  molto agitata. Riferì al figlio che Elisabeth era talmente
 giorno di più nelle mani dell’odiata rivale, «la terribile  infuriata che non avrebbe più messo piede a Naumburg
 russa»  come  la  chiamava,  ma  doveva  prestarsi  anche  finché ci fosse stato lui. Gli disse anche: «Io continuo a
 come copertura alla tresca di quei due svergognati.  chiedermi perché mio figlio corre così poco dignitosa-
 Venne  il  giorno  della  partenza.  Nietzsche  fece  un  mente appresso alla ragazza che lo tratta in modo così
                              60
 ultimo tentativo chiedendo a Lou, per lettera, un incon-  sprezzante» .  La  povera  donna,  educata  in  tutt’altra
 tro  privatissimo.  Lei,  capendo  benissimo  dove  voleva  maniera, non era in grado di comprendere queste storie
 andare  a  parare,  glielo  negò.  Rimaneva  invece  sempre  di ménage à trois e di convivenze senza sesso, e sarà stata
 valido il progetto di passare un anno di studi tutti e tre  anche  poco  intelligente,  come  scrissero  crudamente  i
 insieme, nella stessa casa, in una grande capitale euro-  medici  del  manicomio  di  Jena,  quando  Nietzsche,  nel
 pea, che però non era più Vienna. Lou aveva cambiato  1890,  vi  fu  ricoverato,  e  come  sembrano  considerarla
 più volte la destinazione, prima Monaco, poi Vienna e  tutti  i  biografi,  però  da  lontano  aveva  capito  qualcosa
 adesso, a suo insindacabile giudizio, Parigi.  della Salomé molto meglio del figlio che le stava appres-
 Lou partì per Stibbe. E Nietzsche, che in tutto quel  so: «Il suo principale talento consiste nello spremere per
 tempo non aveva mandato un solo rigo a Rée, si affrettò  sé l’intelligenza altrui e spacciarla poi per moneta pro-
 a  inviargli  una  lettera  in  cui  parlava  della  «NOSTRA  pria ed è per questo che passa dall’uno all’altro nei suoi
                                          61
 57
 LOU» scritto in caratteri cubitali .  rapporti con gli uomini» . Quando, in un momento di


 228                                       229





           0040.testo.indd   229                                    30-11-2009   12:14:44
   214   215   216   217   218   219   220   221   222   223   224