Page 160 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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imparato a considerare le cause, in modo molto diverso da quanto può essere auspicabile, in

      base alle quali fino ad oggi si è moralizzato e idealizzato: è venuta alla luce, per me, la storia
      segreta dei filosofi, la psicologia dei loro grandi nomi. - Quanta verità sopporta, quanta verità
      osa uno spirito? Questo è diventato per me, sempre più, il vero criterio di valutazione. Errore
      (- la fede nell'ideale -) non è cecità, errore è vigliaccheria... Ogni acquisizione, ogni passo
      avanti  nella  conoscenza  consegue  dal  coraggio,  dalla  durezza  verso  se  stessi,  dalla  pulizia
      verso se stessi... Io non confuto gli ideali, mi infilo semplicemente i guanti di fronte a loro...
      Nitimur in vetitum: in questo regno vincerà un giorno la mia filosofia, poiché finora è stata

      impedita, per principio, sempre e soltanto la verità.

      4.
         Tra i miei scritti il mio Zarathustra è parte a sé. Con esso ho fatto all'umanità il dono più
      grande che finora le sia stato fatto. Questo libro, la cui voce porta oltre i millenni, non è solo
      il libro più alto che esista, il vero libro delle altitudini - l'intero fenomeno uomo si trova a

      grande distanza sotto di esso - è anche il più profondo che sia mai nato dalla ricchezza più
      segreta della verità, una sorgente inesauribile nella quale nessun secchio può scendere senza
      risalire colmo d'oro e di bontà. Qui non parla un «profeta», uno di quegli orribili ibridi di
      malattia e di volontà di potenza, che son chiamati «fondatori di religioni». Bisogna, prima di
      tutto, saper ascoltare l'accento che esce da questa bocca, questo accento alcionio, per non far
      miseramente  torto  al  senso  della  sua  saggezza.  «Sono  le  parole  più  tranquille  quelle  che
      portano la tempesta, pensieri che avanzano con passi di colomba guidano il mondo -.»


                    I fichi cadono dagli alberi, sono buoni e dolci: e mentre cadono si rompe loro la
                 rossa buccia. Io sono un vento del nord per i fichi maturi.

                    Così,  simili  a  fichi,  cadono  innanzi  a  voi  questi  insegnamenti,  amici  miei:  ora

                 bevete  il  solo  succo,  la  loro  dolce  polpa!  è  autunno,  tutt'intorno,  e  cielo  puro  e
                 meriggio! -

         Qui non parla un fanatico, qui non si «predica», qui non si pretende la fede: da un'infinita
      pienezza di luce e profondità di gioia cade, goccia a goccia, parola su parola - una tenera
      lentezza è il ritmo di questi discorsi. Tali cose toccano solo ai più eletti; è un privilegio senza
      pari essere uditori: non è per tutti avere orecchie per Zarathustra... Con tutto ciò Zarathustra
      non sarà un seduttore? Ma cosa dice dunque egli stesso, quando per la prima volta ritorna

      nella sua solitudine? Proprio il contrario di ciò che direbbe in tal caso un qualche «saggio»,
      «santo», «salvatore del mondo», o un qualche altro décadent... Non solo egli parla in modo
      diverso, egli è anche diverso...

                    Solo dunque me ne vado, o miei discepoli! Voi pure, andatevene ora e soli! Così

                 io voglio.
                    Andatevene da me e guardatevi da Zarathustra! E meglio ancora: vergognatevi di
                 lui! Forse vi ha ingannato.
                    L'uomo della conoscenza non deve solo saper amare i suoi nemici, deve anche
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