Page 70 - Keplero. Una biografia scientifica
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                di aver vinto la sfida lanciata dal francese .
                   Al di là delle novità metafisiche, l’opera risulta rivoluzionaria

                anche  dal  punto  di  vista  scientifico.  Keplero,  infatti,  oltre  ad

                abolire  quei  vincoli  dell’astronomia  aristotelica  che  per  secoli

                avevano guidato gli astronomi, introduce un nuovo «centro del

                mondo»,  che  costituisce  il  punto  di  riferimento  unico  per  le

                orbite  di  tutti  i  pianeti  e  attribuisce  al  Sole  la  capacità,  grazie
                all’emanazione  di  una  forza,  di  muovere  i  corpi  del  sistema

                solare. Infine, propone una propria idea di gravità, coerente con

                la rinuncia alla cosmologia aristotelica.

                   Si è detto che l’opera nasce a seguito dell’incontro con Tycho

                Brahe, a cui Keplero fu senz’altro debitore, non soltanto per i

                preziosi dati osservativi a cui ebbe accesso a Benatek, ma anche

                per gli stimoli intellettuali offertigli nel nuovo incarico. Tycho,

                difatti, che fin dall’inizio aveva compreso di poter sfruttare un

                vero  talento,  catturò  la  curiosità  scientifica  di  Keplero

                assegnandogli  lo  studio  dell’orbita  di  Marte:  un  pianeta  da

                sempre  ritenuto  imprevedibile,  fino  a  quel  momento  croce  di
                Christian Severino Longomontano, un altro aiutante di Brahe al

                quale  era  ora  affidato  lo  studio  della  Luna.  Keplero,

                ingenuamente, aveva creduto di poter risolvere il problema in

                pochi giorni ma, come si è già accennato, vi rimase incastrato

                per almeno cinque anni. Quando Keplero iniziò a lavorare per

                Brahe, allo studio del pianeta rosso erano associati due problemi

                particolari.  Il  primo  riguardava  il  fatto  che  Marte  a  un  certo

                punto  sembra  retrocedere,  ovvero  si  osserva  nell’orbita  una

                specie  di  cappio,  caratteristico  del  moto  retrogrado.  Questo

                fenomeno  si  può  spiegare  come  un  movimento  apparente,  a

                patto di ammettere con Copernico che la Terra, da cui si osserva
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