Page 289 - Keplero. Una biografia scientifica
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volta  superata  questa  distanza,  ecco,  secondo  il  demone,  cosa

                attende  il  viaggiatore:  la  prima  cosa  che  lo  sorprenderebbe

                sarebbe la lunghezza del giorno lunare che, come pure la notte,

                dura  quasi  quindici  giorni  terrestri;  questo  perché  la  Luna

                impiega circa ventinove giorni a girare sul proprio asse.
                   Inoltre,  è  noto  che  dalla  Terra  si  osserva  sempre  lo  stesso

                emisfero della Luna; chi andasse lassù, invece, vedrebbe la Terra,

                sempre fissa nello stesso punto, girare su se stessa e attraversare

                le diverse fasi a seconda della sua posizione rispetto al Sole. Ecco

                quindi  che,  per  un  abitante  della  Luna,  la  Terra  non  può  né

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                sorgere, né tramontare !
                   Nel  linguaggio  degli  abitanti  della  Luna,  proprio  per  la  sua

                caratteristica di star fissa in cielo a girare su se stessa, la Terra è

                chiamata  Volva,  che  deriva  da  volgere,  girare,  e  che,  per

                coincidenza,  in  islandese  significa  fata.  L’emisfero  lunare  che

                non  vede  mai  la  Terra  è  detto  privolvano,  mentre  l’altro

                emisfero, che la vede sempre, è detto subvolvano.

                   A  causa  della  loro  lunghezza,  su  Levania  si  alternano  notti
                gelide e giorni torridi; la vita è perciò veramente impossibile per

                i privolvani, mentre ai subvolvani è riservato qualche vantaggio:

                per  esempio  per  i  subvolvani  è  «giorno»  quando  sono  più

                lontani dal Sole, così che le loro temperature restano, seppur di

                poco,  meno  elevate  rispetto  a  quelle  dei  privolvani.  Inoltre,  le

                loro  notti  sono  comunque  illuminate  e,  in  qualche  misura,

                riscaldate dalla luce riflessa della Terra. Si noti che l’idea che la

                luce  riflessa  sia  in  grado  di  scaldare  costituisce  una  novità

                introdotta da Keplero, in quanto all’epoca si credeva che tutto il

                calore del Sole andasse perso una volta che la sua luce fosse stata

                riflessa. Keplero, nel corso dei suoi esperimenti di ottica, aveva
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