Page 108 - Keplero. Una biografia scientifica
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che unisce pianeta e Sole, il raggio vettore, non è più costante e,

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                inoltre, non è neppure perpendicolare all’orbita . Inoltre l’area
                sottesa dal tratto di orbita è una figura complessa, non più un

                semplice settore circolare.

                   Come  calcolare  allora  il  tempo  impiegato  dal  pianeta  per

                percorrere  un  certo  tragitto?  Keplero  costruisce  la  curva  AA’,

                che  rappresenta  l’effetto  dell’eccentricità,  e  la  chiama
                «concoide», pur avvertendo che con quel termine egli indica una

                figura abbastanza generica. Essa è il raccordo tra tutti i vertici

                dei  raggi  vettori  che  partono  dai  diversi  punti  del  cerchio  e

                terminano in A, il Sole eccentrico (figure 3.6 e 3.7). Il problema

                è che tale curva sottende un’area maggiore rispetto a quella del

                rettangolo  precedente.  Allora,  se  l’area  del  rettangolo  CC’BB’,

                che  corrisponde  a  un  periodo  di  rivoluzione  del  pianeta,

                coincideva con quella del cerchio, che rappresentava l’orbita, ora

                l’area di CC’AA’ è in eccesso; quindi, scrive Keplero, essa non

                permette di costruire in maniera immediata la proporzionalità

                tra percorso e tempi.
                   La  soluzione  sarebbe  quella  di  individuare  l’eccesso  di  area

                per poter «rinormalizzare» i tempi, ma Keplero si trova costretto

                ad ammettere i propri limiti, riconoscendosi incapace a trovare

                una soluzione diretta al problema.

                   Individua,          come        fattore        responsabile          della      non

                corrispondenza tra le due aree, il fatto che i raggi vettori non

                sono più perpendicolari alla direzione del moto, come era nel

                caso del cerchio centrato sul Sole. Decide perciò di accettare un

                ulteriore  compromesso,  dal  punto  di  vista  della  fisica,  e  di

                prendere  in  considerazione  non  più  i  raggi  vettori,  bensì  le

                effettive altezze dei triangolini, le altezze diametrali (figura 3.8).
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