Page 34 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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III legge: Il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è
        proporzionale al cubo della sua distanza media dal Sole

        La  terza  legge  individua  la  relazione  tra  la  distanza  di  un  pianeta  dal  Sole  e  il  suo
        periodo, cioè il tempo che un pianeta impiega per compiere un intero giro attorno al
        Sole. Sin dall’antichità si era cercata una legge che regolasse la dipendenza tra questi
        due  parametri,  tenendo  conto  che,  a  mano  a  mano  che  ci  si  allontana  dal  centro,  il
        percorso da compiere cresce. Eppure nel sistema tolemaico, con la Terra immobile al
        centro, c’erano ben tre corpi celesti, il Sole, Mercurio e Venere, con lo stesso identico
        periodo di un anno.

             Nel  suo  capolavoro,  il  De  Revolutionibus  orbium  coelestium,  Copernico  aveva
        sottolineato che invece nel sistema da lui proposto i periodi crescevano con le distanze.
        Ma la legge esatta con cui i parametri crescevano non era semplice da trovare. Intanto
        perché finché la Terra è ferma al centro del Sistema solare risulta impossibile misurare
        le distanze dei pianeti.



            Solo  con  una  Terra  che  come  un’astronave  può  spostarsi  nel  cielo,
            l’astronomo può compiere osservazioni in momenti e posizioni differenti
            e,  con  la  potenza  della  geometria  e  del  calcolo,  ricostruire  le  distanze
            assolute.



        Inoltre la relazione cercata non è una proporzionalità diretta, ma una dipendenza con un
        inedito esponente frazionario, che la matematica di allora ancora faticava a gestire. La
        ricerca richiese a Keplero oltre vent’anni di duro lavoro, una fiducia incrollabile che
        una simile legge dovesse esistere, l’utilizzo di modelli ai nostri occhi poco scientifici,
        la mole di dati sperimentali di Tycho Brahe. Keplero la pubblica nel testo l’Armonia
        del mondo (Harmonices Mundi), perché ai suoi occhi la legge riassume l’intero suo

        progetto di raccontare attraverso leggi e proporzioni l’armonia dei fenomeni naturali. E
        l’armonia è celata proprio in quello strano esponente, 3/2, lo stesso rapporto con cui i
        Pitagorici  avevano  costruito  la  scala  musicale.  La  terza  legge,  come  la  scriveva
        Keplero, è:



                                                       T = kR  3/2


        dove T è il periodo di rivoluzione di un pianeta, R è la distanza media del pianeta dal
        sole e k una costante che dipende dal corpo celeste attorno al quale avviene l’orbita (e

        che lo stesso Keplero calcolò).
        Oggi la scriviamo in una forma leggermente diversa, ma perfettamente equivalente:


                                                            3
                                                         2
                                                       T /R  = k
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