Page 27 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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FIGURA 10. Il telescopio galileiano.
Galileo sapeva che una lente convergente, utilizzata da sola, produce
un’immagine reale invertita e che, se una lente divergente era sistemata tra
l’occhio e la lente convergente, si sarebbe vista un’immagine virtuale ma
diritta e ingrandita, quando l’occhio viene portato in prossimità del luogo in
cui si forma l’immagine reale (si veda Figura 10). Egli ebbe la fortuna di
poter acquistare le lenti di Murano, di qualità straordinaria, ed ebbe il genio e
l’abilità di capire come giocare con esse per ottenere il tipo di composizione
utilizzato nei binocoli da teatro. Come si può vedere in Figura 10, i raggi
provenienti dalla lente convessa sono fatti divergere, quando colpiscono la
lente concava in prossimità dell’occhio, in modo da sembrare provenienti da
un’immagine virtuale più grande dell’immagine reale che si sarebbe formata
altrimenti. L’immagine virtuale è l’inversione della seconda, a sua volta
invertita, in modo che il risultato sia un’immagine diritta dell’oggetto.
Problemi di ordine pratico
Molte persone trovavano il telescopio di Galileo difficile da utilizzare e
Galileo era consapevole del problema. Quando il 13 marzo 1609 scrisse per
informare il granduca che il suo libro stava per uscire e che gliene avrebbe
inviato una copia rilegata nel giro di una settimana, aggiunse che gli avrebbe
anche mandato lo strumento originale con cui aveva osservato i satelliti di
Giove. Temeva che il granduca e i suoi cortigiani potessero incontrare grosse
difficoltà nel ritrovare i satelliti. Sarebbe stato meglio – disse – se fos se stato
presente e si offrì di andare a Firenze per le vacanze pasquali, che