Page 19 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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Che il telescopio fosse stato realizzato da un olandese e che Galileo
produsse una versione rielaborata è fuori questione. Ma chi ebbe l’idea del
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telescopio per primo? Qui la storia diventa più complicata. Non appena
Hans Lipperhey fece richiesta di un brevetto per il suo congegno, altri due
produttori di lenti olandesi dichiaravano di averlo scoperto loro. Uno era
Jacob Metius di Alkmar, l’altro era Zacharias Jansen, che aveva un negozio a
Middelburg, la stessa città di Lipperhey. Come Jansen giunse a realizzare il
proprio strumento è noto da un’annotazione nel diario di Isaac Beeckman,
che imparò a levigare le lenti dal figlio di Jansen: “Johannes, figlio di
Zacharia, dice che suo padre costruì qui nell’anno 1604 il primo telescopio
(verrekijcker in olandese) dopo quello italiano, su cui era scritto anno
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1[5]90”. Che il telescopio fosse stato inventato in Italia qualche anno prima
di essere prodotto nei Paesi Bassi non era generalmente noto. Nell’estate del
1609, prima che Galileo presentasse il proprio telescopio al doge, il principe
Federico Cesi scrisse da Roma alla persona che aveva maggiori probabilità di
essere a conoscenza della cosa, l’erudito napoletano Giovanni Battista della
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Porta, il quale rispose che il secreto era stato preso da uno dei suoi libri e
liquidò l’argomento come coglionaria. Lo schizzo che inserì mostra che egli
conosceva ciò di cui stava parlando (si veda Figura 3). Sfortunatamente per
lui, non ne aveva compreso il potenziale, considerandolo un semplice
giocattolo.
FIGURA 3. Schizzo di un telescopio di G. B. Della Porta.
Kepler conosceva il libro di della Porta e quando scrisse a Galileo per
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congratularsi delle sue scoperte astronomiche, glielo fece presente. Kepler
fu colpito dalla similitudine tra quello che Galileo aveva scritto e quello che
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aveva detto della Porta. Se da un lato è vero che i membri dell’Accademia
dei Lincei, alla quale appartenevano sia Galileo sia della Porta, diedero subito
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credito all’affermazione di della Porta, dall’altro Galileo tace.
Raffaello Gualterotti, un amico fiorentino di vecchia data di Galileo, nel
1610 scrisse a quest’ultimo che si ricordava di aver realizzato un telescopio