Page 481 - Galileo. Scienziato e umanista.
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un  tempo  indefinito.  La  gente  moriva  in  queste  spiacevoli
                sistemazioni:  lo  testimoniavano  il  caso  dell’abate-astrologo

                Morandi e dell’arcivescovo De Dominis, entrambi deceduti in
                attesa di giudizio. Inoltre, avrebbe potuto aggiungere Maculano,

                il Santo Padre è ancora molto arrabbiato e non c’è modo che
                possiate sfuggire alla punizione. La preferite morbida o dura?

                La  scelta  non  era  difficile.  Galileo  accettò  di  confessare,

                riconoscendo di essersi spinto troppo oltre e di essersi pentito
                per averlo fatto. Questo risultato avrebbe soddisfatto il papa e

                tutti gli altri, o cosí Maculano sperava. «Il Tribunale sarà nella
                sua reputatione [per essere riuscito, anche in questa occasione,

                ad assicurare il colpevole alla giustizia], co ’l reo si potrà usare
                benignità, e in ogni modo che si spedisca, conoscerà la gratia

                che  li  sarà  fatta».  Gli  inquisitori  potrebbero  essere
                misericordiosi: «si potrà habilitare alla casa per carcere»                   244 .

                    Il 30 aprile Galileo rese la propria confessione. Aveva riletto
                il  proprio  Dialogo,  disse,  e  dopo  averlo  esaminato  con

                attenzione,  come  se  fosse  stato  scritto  da  altri,  aveva  trovato
                passi  leggendo  i  quali  una  persona  che  non  fosse  stata  a

                conoscenza  della  sua  intenzione  avrebbe  potuto  erroneamente
                dedurre,  dalla  forza  delle  ragioni  offerte,  che  la  concezione

                copernicana fosse vera. Fra le altre, gli argomenti basati sulle

                macchie  solari  e  sulle  maree  sarebbero  potuti  risultare
                particolarmente  difficili  da  controbattere,  sebbene  l’autore  «li

                tenesse […] internamente e veramente per inconcludenti e che li
                volesse confutare». Poi viene qualcosa di vero: «[ho ceduto] a

                quella  natural  compiacenza  che  ciascheduno  ha  delle  proprie
                sottigliezze,  e  del  most[rarsi]  piú  arguto  del  comune  de  gli

                huomini in trovare, anco per le propositioni false, ingegnosi et
                apparenti  discorsi  di  probabilità.  Con  tutto  questo,  ancorché,

                con Cicerone, avidior sim gloria quam satis sit, se io havessi a
                scriver  adesso  le  medesime  ragioni,  non  è  dubbio  ch’io  le

                snerverei  in  maniera,  ch’elle  non  potrebbero  fare  apparente
                mostra  di  quella  forza  della  quale  essentialmente  e  realmente
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