Page 479 - Galileo. Scienziato e umanista.
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limitava espressamente la «rivelazione» fatta a Galileo al testo,
piú mite, della generale proibizione pubblicata dall’Indice 240 .
Ma forse Bellarmino non intendeva che nessuno avesse detto
altro a Galileo durante quell’incontro, ma solo che lui non lo
aveva fatto.
Maculano: chi altro era presente all’incontro? Qualcuno di
loro emise forse un precetto o un’ingiunzione contro di voi?
Galileo: erano presenti alcuni domenicani. «[E] può esser che
mi fusse fatto qualche precetto ch’io non tenessi né difendessi
detta opinione, ma non ne ho memoria». Maculano presentò una
copia dell’ingiunzione; Galileo non riusciva a ricordare di
averla ricevuta. «[M]i raccordo che il precetto fu ch’io non
potessi tenere né difendere, et può esser che ci fusse ancora né
insegnare. Io non mi raccordo né anco che vi fusse quella
particola quovis modo, ma può esser ch’ella vi fusse». In ogni
caso, non si era preoccupato di ricordare altro che non fosse
esplicitamente scritto nella dichiarazione rilasciatagli da
Bellarmino, «alla quale mi son rimesso e tenevo per mia
memoria». Maculano passò quindi alla questione
dell’imprimatur. Galileo aveva detto a Riccardi
dell’ingiunzione? Nel rispondere, Galileo fece un brutto
scivolone. Avrebbe dovuto dire: «no, non avrei potuto farlo
anche se avessi pensato che fosse appropriato farlo, poiché per
allora mi ero da tempo dimenticato di tale ingiunzione – se,
effettivamente, ne avevo mai ricevuta una». Invece disse: «Io
non dissi cosa alcuna al P. Maestro di S. Palazzo, quando gli
dimandai licenza di stampar il libro, del sodetto precetto, perché
non stimavo necessario il dirglielo, non havend’io scropolo
alcuno, non havend’io con detto libro né tenuta né diffesa
l’opinione della mobilità della terra e della stabilità del sole;
anzi nel detto libro io mostro il contrario di detta opinione del
Copernico, et che le ragioni di esso Copernico sono invalide e
non concludenti» 241 .
Con questa piccola bugia si concluse l’esaminazione del 12