Page 431 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Dopo  lunghe  e  scrupolose  misurazioni,  determinò  che
                l’inclinazione  fosse  di  7°,  o  di  7°30´  –  un’approssimazione

                molto  buona  del  valore  odierno  (7°15´).  Scheiner  era
                preoccupato  che  Galileo  ne  venisse  a  conoscenza  prima

                dell’uscita del suo prolisso capolavoro, Rosa Ursina, e chiese ai
                propri corrispondenti di mantenere l’informazione riservata, nel

                timore  che  il  Censore  (come  chiamava  il  saggiatore

                dell’astronomia            dei       gesuiti)        potesse         appropriarsene
                indebitamente       105 .  Cosa  che  puntualmente  avvenne,  sebbene  la

                Rosa  Ursina  fosse  stata  pubblicata  due  anni  prima  del
                Dialogo     106 .

                    Nella  seconda  giornata  Salviati  aveva  considerato  l’asse
                solare perpendicolare all’eclittica e la traiettoria delle macchie

                parallela a esso, come nella Istoria e dimostrazioni intorno alle
                macchie  solari  di  Galileo  (1613).  Nella  terza  giornata,  dopo

                aver sostenuto che era stato Galileo a scoprire le macchie e aver
                respinto come «vani i pensieri di Apelle», Salviati riconosce che

                le traiettorie sono curve e afferma di averlo sempre saputo. A
                dimostrazione di ciò racconta questa storia, totalmente campata

                in  aria:  un  giorno,  mentre  era  a  casa  di  Salviati  a  Le  Selve,
                Galileo aveva osservato una grossa macchia seguire un percorso

                decisamente  curvo  e  capí  immediatamente  che  l’asse  dovesse

                essere inclinato. E cosa succede se l’asse è inclinato? «Filippo,
                – dice Galileo, – se l’asse intorno al quale si rivolge il Sole non

                è  eretto  perpendicolarmente  al  piano  dell’eclittica  […]  tal
                coniettura avremo degli stati del Sole e della Terra, quale né sí

                ferma né sí concludente da verun altro rincontro non ne è sin qui
                stata somministrata»         107 .

                    Galileo aveva bisogno di una storia del genere, perché ancora
                prima  di  mettere  gli  occhi  sulla  Rosa  Ursina  aveva

                strombazzato in giro che non avrebbe contenuto nulla di nuovo:
                «tengo per fermo che se egli dirà altro che quello che dissi già

                io  nelle  mie  Lettere  solari,  dirà  tutte  vanità  e  bugie».  Cosí
                facendo si era scavato una fossa da cui poteva uscire soltanto
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