Page 251 - Galileo. Scienziato e umanista.
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scudi  come  contributo  spese  per  la  spedizione  dei  telescopi.
                Galileo  avrebbe  avuto  a  vita  un  salario  di  1000  scudi,  pagato

                dalle  casse  dell’Università  di  Pisa,  di  cui  sarebbe  stato
                matematico primario, senza obbligo di insegnamento. Avrebbe

                goduto  di  ogni  aiuto  per  il  proprio  lavoro,  avrebbe  avuto
                accesso alle loro altezze e gli sarebbe stato conferito il titolo di

                                                                                       70
                «Matematico e filosofo del granduca di Toscana» . La nuova
                stella del duca accettò i termini generosi dell’offerta e aggiunse
                due  richieste:  con  la  prima  chiedeva  l’anticipo  di  due  anni  di

                stipendio, da restituire in quattro anni, per saldare ogni debito;
                con la seconda, un ulteriore riconoscimento pubblico. Cosimo

                aveva fatto fare una medaglia d’oro con l’incisione delle stelle
                medicee: Galileo chiese che fosse mostrata con l’attribuzione a

                lui della scoperta. La Casa dei Medici era stata molto fortunata:
                «nissun’altra heroica grandezza se gl’avvicina alla scoperta dei

                satelliti di Giove», «veramente tanto nobile et degna di stima».
                Che  Cosimo  dimostri  la  propria  gratitudine  per  il  quartetto  di

                stelle  –  «che  la  fortuna  ha  riserbato  a  lui  solo  et  spogliatone
                ogn’altro;  perché  hor  mai  comincio  ad  esser  certo  che  non  si

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                troveranno altri pianeti» .


                    1.4. Verso la demonstratio potissima.

                    A chi dovevano andare i primi strumenti? Ai matematici? Ai
                filosofi?  Questi  si  sarebbero  limitati  a  litigare  e  a  sollevare

                obiezioni finché, accettato l’inevitabile, avrebbero rivendicato la
                priorità  della  sua  scoperta.  Meglio  inviarli  ai  principi,  che

                potrebbero dare istruzioni ai propri matematici di occuparsene
                cosí  come  farebbero  con  un  importante  cortigiano  di  un  altro

                principe,  e  che  desidererebbero  senz’altro  possedere  lo

                strumento  che  ha  mostrato  (o  creato!)  cosí  tante  meraviglie.
                Convinci  i  principi  e  la  massa  li  seguirà:  cuius  regio,  eius
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                religio .  Galileo  iniziò  allora  con  i  principi  vicini  a  casa,  in
                particolare i cardinali: Francesco Maria del Monte, suo patrono

                affidabile;  i  cardinali  Scipione  Borghese  e  Odoardo  Farnese:
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