Page 64 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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Pochi mesi dopo il Capra rivendicò la paternità
dello strumento e Galileo lo citò in giudizio: il
tribunale gli diede ragione e condannò l’avversario
per plagio e alla distruzione di tutte le copie del suo
trattato. Galileo non fu soddisfatto, però, e scrisse
nel 1607 una Difesa contro le calunnie e imposture di
Baldessar Capra milanese, nella quale ricordò fra
l’altro che al processo il contendente aveva
dimostrato di essere completamente digiuno di
matematica: ovvero, sotto la panca del tribunale il
Capra crepò.
Ma, sopra la panca, bisogna ammettere che anche
Galileo non andava troppo per il sottile quando si
trattava di attribuzioni di priorità. Ad esempio, nel
denunciare il Capra al tribunale di Padova il 9 aprile
1607, parlò del compasso come di «un mio
strumento matematico, di mia pura imaginazione
escogitato, inventato et perfezionato», benché già
prima del 1597 ne esistessero versioni meno
elaborate, alle quali egli stesso aveva vagamente
alluso nella prefazione del suo libro.
Analogamente, nell’offrire il cannocchiale al doge
di Venezia il 24 agosto 1609, ne parlò come di «un
nuovo artifizio cavato dalle più recondite
speculazioni di prospettiva», non solo tacendo di
averlo costruito in seguito alle notizie della sua
invenzione arrivate dall’estero, come poi ammise nel
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