Page 193 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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libri di Copernico, Keplero e Galileo: non perché
erano stati ingiustamente proibiti, ma perché erano
ormai soltanto di interesse storico, e non rischiavano
più di indurre nessuno in errore. Senza ulteriori
pronunciamenti ufficiali, quelle opere sparirono
dunque silenziosamente dal nuovo Indice emanato
da Gregorio XVI nel 1835, e il sipario del teatrino
ecclesiastico calò finalmente sull’eliocentrismo.
Rimosso quello di Galileo, nell’armadio della
Chiesa rimaneva però ancora un altro e ben più
imbarazzante scheletro, le cui ceneri non poterono
essere onorate prima della liberazione di Roma dal
potere pontificio nel 1870. Lo furono il 9 giugno
1889, giorno di Pentecoste, a quasi trecento anni
dalla morte di Giordano Bruno, quando il secondo
governo Crispi inaugurò finalmente, sul luogo del
suo martirio a Campo de’ Fiori, una statua con
l’iscrizione: «A Bruno, il secolo da lui divinato qui
dove il rogo arse».
Leone XIII aveva minacciato di andarsene dal
Vaticano e di rifugiarsi in Austria se il monumento
fosse stato eretto. Naturalmente non lo fece, anche
perché Francesco Giuseppe gli mandò a dire che era
meglio se rimaneva a casa d’altri: cioè, nostra. Il papa
si limitò dunque a inviare il 30 giugno ai fedeli la
lettera Quod nuper, bollando evangelicamente la
statua come «esecrabile avvenimento», «sacrilego
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