Page 162 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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punta della penna or più veloce ed or più tarda, ma con
minima inegualità.
E, nelle ultime righe del Barone rampante:
Questo filo d’inchiostro, come l’ho lasciato correre per
pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi
nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in
grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli
come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si
biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di
nuvole, e poi s’intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e
corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di
parole idee sogni ed è finito.
Volendo, senza allontanarci troppo potremmo
poi continuare passando per un quinto punto della
stessa linea, soffermandoci sulle ultime righe del
Sistema periodico di Primo Levi:
Questa cellula appartiene a un cervello, e questo è il mio
cervello, di me che scrivo, e la cellula in questione, ed in essa
l’atomo in questione, è addetta al mio scrivere, in un
gigantesco minuscolo gioco che nessuno ha ancora descritto.
È quella che in questo istante, fuori da un labirintico
intreccio di sì e di no, fa sì che la mia mano corra in un certo
cammino sulla carta, la segni di queste volute che sono segni;
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