Page 158 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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velocità con le quali vi orbitano». E, a scanso di
equivoci, quel luogo comune non c’è neppure se si
considera la gravità «quale effettivamente è» (come
Newton propone).
Ma non si può essere troppo severi col Galileo
fisico-matematico, che spesso si poneva problemi
troppo difficili per i suoi mezzi. Ad esempio:
• Quello «bellissimo» della tautòcrona, che deve
descrivere un pendolo per soddisfare alla legge
dell’isocronia: nel Dialogo (476) egli affermò che è
un arco di cerchio, ma nel 1673 Christian Huygens
dimostrò che è un arco di «cerchione» di bicicletta,
cioè di cicloide.
• O quello della «meraviglia» della brachistòcrona,
lungo la quale un corpo cade nel minor tempo
possibile sotto l’effetto della gravità: di nuovo, nel
Dialogo (476) e nei Discorsi (243) Galileo affermò
che è un arco di cerchio, ma nel 1696 Johann
Bernoulli dimostrò che è un arco di cicloide.
• O quello della balistica percorsa da un corpo in
caduta libera, osservato dallo spazio: nel Dialogo
(190-91) Galileo affermò che è un arco di cerchio
passante per il centro della Terra, ma nel 1684
Newton dimostrò che è un arco di ellisse con il
centro in un fuoco.
• O quello della catenaria, secondo cui si dispone
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