Page 161 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 161
«Galileo ammirò e postillò quel poeta cosmico e
lunare che fu Ariosto», e che «Leopardi nello
Zibaldone ammira la prosa di Galileo per la
precisione e l’eleganza congiunte».
In altre parole, Galileo sarebbe il medio
proporzionale fra l’Ariosto e il Leopardi, e i tre si
situerebbero su un’ideale linea di forza della nostra
letteratura. Inutile dire che Calvino stesso si
considerava un ulteriore punto di questa linea,
caratterizzata da una concezione della letteratura
come mappa del mondo e dello scibile, e da uno stile
intermedio tra il fiabesco realista e il realismo
fiabesco. E niente forse esibisce questa comunanza di
stili più delle parallele e quasi identiche metafore che
Galileo e Calvino fanno della scrittura stessa, come
di un’interminabile e ininterrotta linea creata dal
movimento della penna.
Leggiamo, infatti, nel Dialogo sopra i due massimi
sistemi del mondo (199):
Quei tratti tirati per tanti versi, di qua, di là, in su, in giù,
innanzi, indietro, e ’ntrecciati con centomila ritortole, non
sono, in essenza e realissimamente, altro che pezzuoli di una
linea sola tirata tutta per un verso medesimo, senza
verun’altra alterazione che il declinar del tratto dirittissimo
talvolta un pochettino a destra e a sinistra e il muoversi la
161