Page 156 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 156
Di qui mi par che assai ragionevolmente si possa
concludere, che per mantenimento dell’ordine perfetto tra le
parti del mondo bisogni dire che le mobili sieno mobili solo
circolarmente, e se alcune ve ne sono che circolarmente non
si muovano, queste di necessità sieno immobili, non essendo
altro, salvo che la quiete e ’l moto circolare, atto alla
conservazione dell’ordine.
Tradotto nello stile dei Principia di Newton, dove
se ne troverà la versione corretta, «un corpo
permane nel suo stato di quiete o di moto circolare
uniforme, a meno che non intervenga una forza
esterna a modificare il suo stato». Inoltre, «un corpo
non permane nel suo stato di moto rettilineo, che si
modifica spontaneamente in uno stato di moto
circolare uniforme».
Non stupisce che, con queste premesse, Galileo si
sia posta la domanda ultima della sua cosmologia e
abbia cercato di identificare il punto d’origine
comune di tutti i moti planetari, che costituisce un
analogo ante litteram dell’orizzonte del nostro Big
Bang. Il problema è così enunciato nel Dialogo (53):
Salviati. Figuriamoci, tra i decreti del divino Architetto
essere stato pensiero di crear nel mondo questi globi, che noi
veggiamo continuamente muoversi in giro, ed avere stabilito
il centro delle lor conversioni ed in esso collocato il Sole
156