Page 28 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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perché  tutti  possano  capire,  si  utilizza  un  linguaggio,  se  ci  si
                ferma  alla  lettera  delle  parole,  spesso  diverso  dalla  verità

                assoluta;  visto  ancora  che,  essendo  la  natura  inesorabile  e
                immutabile,  in  nessuna  maniera  è  interessata  alla  spiegazione

                che gli esseri umani con i loro strumenti limitati possono dare
                dei suoi fini reconditi e dei suoi modi di esplicarsi, perché mai
                si discosta dalla legge cui è sottoposta; visto insomma tutto ciò,

                si  può  ragionevolmente  concludere  che  di  fronte  a  quanto  i
                fenomeni  naturali  o  la  sensata  esperienza  ci  pongono  davanti

                agli  occhi,  o  alle  deduzioni  alle  quali  ci  conducono  degli
                esperimenti  rigorosi,  non  c’è  motivo  alcuno  per  sollevare  dei
                dubbi,  opponendo  passi  della  Scrittura  che  all’apparenza

                sostengono  il  contrario,  considerato  anche  che  ogni
                proposizione  della  Scrittura  non  è  vincolata  dall’obbedienza

                severa a una legge come lo sono i fenomeni naturali. Anzi, se
                per il semplice fine di adeguarsi alla capacità di comprensione

                di  popoli  rozzi  e  non  acculturati  la  Scrittura  ha  velato  i  suoi
                dogmi  basilari,  attribuendo  persino  a  Dio  condizioni

                lontanissime e contrarie alla sua essenza, chi vorrà intestardirsi
                a  sostenere  che,  rinunciando  a  questo  fine,  nel  parlare  anche
                incidentalmente  di  Terra,  di  Sole  o  di  qualsiasi  altra  creatura,

                abbia  scelto  di  attenersi  con  il  massimo  rigore  al  significato
                ristretto  e  limitato  delle  parole?  A  maggior  ragione  perché

                avrebbe  affermato  a  proposito  di  queste  creature  cose
                lontanissime  dall’impostazione  generale  delle  Sacre  Lettere,

                anzi, cose tali che, se presentate come verità nude e crude, ne
                avrebbero  inevitabilmente  compromesso  il  fine  ultimo,

                rendendo  il  popolo  più  renitente  a  recepire  i  messaggi
                riguardanti la salvezza dell’anima.
                      Stando  così  le  cose  ed  essendo  per  di  più  ovvio  che  due

                verità  non  possono  essere  in  contrasto  tra  loro,  è  compito  dei

                commentatori  saggi  adoperarsi  per  scoprire  il  vero  significato
                dei passi scritturali, in accordo con le conclusioni cui si arriva
                dall’osservazione  della  natura,  certe  e  sicure  perché

                sensibilmente          manifeste         o     desunte        da      dimostrazioni



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