Page 109 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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eretico o sospetto d’eresia, lo denuncerò a questo Sant’Uffizio,
                ovvero  all’Inquisitore  o  all’Ordinario  del  luogo  dove  dovessi

                trovarmi.
                      Giuro  inoltre  e  prometto  di  adempiere  e  osservare

                interamente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno
                inflitte da questo Sant’Uffizio e che se, Dio non voglia, dovessi
                contravvenire  in  qualche  modo  alle  mie  promesse  o  ai  miei

                giuramenti, mi sottometterò a tutte le pene e castighi previsti dal
                diritto canonico e dalle altre disposizioni generali e particolari

                previste e promulgate contro questi reati.
                     Mi possano in ciò aiutare Dio e i suoi santi Vangeli, su cui

                poso le mani.
                     Io, suddetto Galileo Galilei, ho abiurato, giurato, promesso e

                mi sono obbligato come sopra; e in fede della verità ho firmato
                di  mio  pugno  il  presente  documento  di  abiura  e  l’ho  recitato

                parola per parola, a Roma, nel convento di Santa Maria sopra
                Minerva, oggi, 22 giugno 1633.

                     Io, Galileo Galilei, ho sottoscritto la suddetta abiura, di mio
                pugno.










































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