Page 108 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Abiura







                     Io Galileo, figlio del fu Vincenzo Galilei, fiorentino, di anni

                settanta,  personalmente  convenuto  in  giudizio  e  inginocchiato
                davanti  a  voi  Eminentissimi  e  Reverendissimi  Cardinali
                Inquisitori  generali  in  tutta  la  Repubblica  Cristiana  contro  la

                malvagità eretica; avendo davanti agli occhi i santi Vangeli, su
                cui  poso  le  mani,  giuro  che  ho  sempre  creduto,  credo  e  con

                l’aiuto  divino  crederò  per  l’avvenire  tutto  ciò  che  accoglie,
                predica  e  insegna  la  Santa  Chiesa  Cattolica  e  Apostolica.  Ma

                poiché  questo  Sant’Uffizio,  per  avere  io,  dopo  essermi  stato
                formalmente  intimato  con  un  precetto  dello  stesso  di

                abbandonare completamente la falsa teoria che il Sole è il centro
                del mondo e non si muove e la Terra non è il centro del mondo
                e  si  muove,  e  di  non  mantenere,  difendere  né  insegnare  in

                qualunque  modo,  né  a  parole  né  per  iscritto,  la  suddetta  falsa
                dottrina,  e  dopo  essermi  stato  notificato  che  tale  dottrina  è

                contraria  alla  Sacra  Scrittura,  dopo  aver  scritto  e  dato  alle
                stampe un libro in cui ne parlo pur essendo già stata condannata
                e avendo portato argomenti efficaci a suo favore, senza prendere

                netta posizione, mi ha giudicato fortemente sospetto di eresia,
                cioè di aver tenuto fermo e creduto che il Sole è il centro del

                mondo ed è immobile e la Terra non ne è il centro e si muove;
                      pertanto,  volendo  cancellare  dalla  mente  delle  Vostre

                Eminenze  e  da  quella  di  ogni  cristiano  questo  grave  sospetto,
                giustamente  concepito  contro  di  me,  con  cuore  sincero  e

                autentica  fede  abiuro,  maledico  e  detesto  i  suddetti  errori  ed
                eresie e in generale ogni altro errore, eresia o setta contraria alla

                Santa  Chiesa;  e  giuro  che  per  l’avvenire  non  dirò  mai  più  né
                asserirò, a parole o per iscritto, cose tali per cui possa rinascere

                su  di  me  un  tale  sospetto,  ma  che,  se  m’imbatterò  in  qualche


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