Page 102 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Sentenza
Noi: Gaspare Borgia, titolare di Santa Croce a
Gerusalemme;
Felice Centini, titolare di Ascoli;
Guido Bentivoglio, titolare di Santa Maria del Popolo;
Desiderio Scaglia, titolare di Cremona;
Antonio Barberini, titolare di Sant’Onofrio;
Laudivio Zacchia, titolare di San Sisto;
Berlingero Gessi, titolare di Sant’Agostino;
Fabrizio Verospi, titolare di San Lorenzo in Panisperna;
Francesco Barberini, titolare diacono di San Lorenzo in
Damaso;
Marzio Ginetti, titolare diacono di Santa Maria Nuova;
Cardinali di Santa Romana Chiesa per misericordia di Dio,
Inquisitori generali specificamente deputati dalla Santa Sede
Apostolica contro il veleno dell’eresia in tutta la Repubblica
Cristiana;
poiché tu, Galileo, figlio del fu Vincenzo Galilei, fiorentino,
dell’età di settant’anni, fosti nel 1615 denunciato presso questo
Sant’Uffizio perché ritenevi vera la falsa dottrina insegnata da
alcuni, secondo la quale il Sole è al centro del mondo ed è
immobile e la Terra compie anche un moto giornaliero; che
avevi discepoli ai quali insegnavi la medesima dottrina; che
sulla stessa tenevi corrispondenza con alcuni matematici di
Germania; che avevi dato alle stampe alcune lettere intitolate
Delle macchie solari, in cui esponevi tale dottrina come vera;
che rispondevi alle obiezioni che ti venivano talvolta mosse
producendo passi della Sacra Scrittura interpretati a modo tuo;
che sei stato estensore di una lettera, successivamente
presentataci, la quale si diceva essere stata da te inviata a uno
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