Page 101 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Riportiamo  il  testo  della  Sentenza  pronunciata  dal

                Sant’Uffizio  contro  Galileo,  nonché  quello  dell’Abiura
                sottoscritta dallo scienziato. Galileo, dopo la pubblicazione e la

                breve  circolazione  del  Dialogo  sopra  i  due  massimi  sistemi,
                tolemaico e copernicano (febbraio-luglio 1632), tentò di evitare

                un confronto diretto con l’Inquisizione e di resistere all’ordine
                di presentarsi a Roma, poiché nel frattempo si erano fatte più

                cagionevoli  le  sue  condizioni  di  salute  e  si  era  prospettata
                ormai  la  brutta  stagione.  Dovette  tuttavia  partire,  in  inverno,
                per  il  processo  formalmente  allestito  contro  di  lui,  che  si

                concluse  con  la  sentenza  qui  riportata  il  22  giugno  1633,
                emessa nel convento di Santa Maria sopra Minerva.

                     Dei dieci ecclesiastici costituenti la corte, non sottoscrissero
                il verdetto Gasparo Borgia, vissuto a lungo a Roma senza mai

                tuttavia interrompere legami di stretta collaborazione con il re
                di  Spagna;  il  genovese  Laudivio  Zacchia,  che  aveva  studiato

                giurisprudenza  a  Pisa  e  si  era  dato  tardi  allo  stato
                ecclesiastico,  e  Francesco  Barberini,  creato  cardinale  da
                Urbano VIII, suo zio, nel 1623.
































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