Page 299 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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omnia quae feruntur latione circulari, subdeficere videntur, ac moveri
pluribus una latione, praeter primam sphaeram; quare et Terram
necessarium est, sive circa medium sive in medio posita feratur, duabus
moveri lationibus: si autem hoc acciderit, necessarium est fieri
mutationes ac conversiones fixorum astrorum: hoc autem non videtur
fieri; sed semper eadem apud eadem loca ipsius et oriuntur et occidunt.
Or qui non veggo io fallacia nissuna, e parmi l’argomento
concludentissimo.
SALV. Ed a me questa nuova lettura ha confermata la fallacia
nell’argumentare, e di più scoperto un’altra falsità. Però notate. Due
posizioni, o vogliam dire due conclusioni, son quelle che Aristotile vuole
impugnare: l’una è di quelli che, collocando la Terra nel mezo, la
facesser muovere in sé stessa circa ’l proprio centro; l’altra è di quelli
che, costituendola lontana dal mezo, la facessero andar con moto
circolare intorno ad esso mezo: ed amendue queste posizioni impugna
congiuntamente con l’istesso argomento. Ora io dico che egli erra
nell’una e nell’altra impugnazione, e che l’errore contro la prima
posizione è di uno equivoco o paralogismo, e
Argomento d’Aristotile
contro al moto contro alla seconda è una conseguenza falsa.
Venghiamo alla prima posizione, che
della Terra pecca
costituisce la Terra nel mezo e la fa mobile in
in due maniere.
sé stessa circa il proprio centro, ed
affrontiamola con l’istanza d’Aristotile, dicendo: Tutti i mobili che si
muovono circolarmente, par che restino indietro, e si muovono di più
d’una lazione, eccettuata la prima sfera (cioè il primo mobile); adunque
la Terra, movendosi circa il proprio centro, essendo posta nel mezo,
bisogna che si muova di due lazioni, e resti in dietro: ma quando questo
fusse, bisognerebbe che si variassero gli orti e gli occasi delle stelle
fisse; il che non si vede fare: adunque la Terra non si muove etc. Qui è il
paralogismo; per iscoprirlo, discorro con Aristotile in tal modo. Tu di’, o
Aristotile, che la Terra posta nel mezo non può muoversi in sé stessa,
perché sarebbe necessario attribuirle due lazioni: adunque, quando non
fusse necessario attribuirle altro che una lazion sola, tu non avresti per
impossibile che di una tal sola ella si movesse, perché fuor di proposito
ti saresti ristretto a ripor l’impossibilità nella pluralità delle lazioni,
quando anco di una sola ella muover non si potesse. E perché di tutti i
mobili del mondo tu fai che un solo si muova d’una lazion sola, e tutti
gli altri di più d’una; e questo tal mobile affermi che è la prima sfera,
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