Page 304 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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ferma, casca al piè dell’albero, ma quando la nave camina, cade tanto
          lontana dal medesimo termine, quanto la nave nel tempo della caduta del

          sasso è scorsa avanti; che non son poche braccia, quando ’l corso della
          nave è veloce.

                                           SALV.  Gran  disparità  è  tra  ’l  caso  della  nave  e
            Disparità tra il cader
                                           quel della Terra, quando ’l globo terrestre avesse
            del sasso dalla
                                           il moto diurno. Imperocché manifestissima cosa
            cima dell’albero
                                           è  che  ’l  moto  della  nave,  sì  come  non  è  suo
            della nave e dalla
                                           naturale, così è accidentario di tutte le cose che
            sommità della torre.
                                           sono in essa; onde non è meraviglia che quella
          pietra, che era ritenuta in cima dell’albero, lasciata in libertà scenda a

          basso,  senza  obligo  di  seguire  il  moto  della  nave.  Ma  la  conversion
          diurna  si  dà  per  moto  proprio  e  naturale  al  globo  terrestre,  ed  in

          conseguenza a tutte le sue parti, e come impresso dalla natura è in loro
          indelebile;  e  però  quel  sasso  che  è  in  cima  della  torre,  ha  per  suo
          primario  instinto  l’andare  intorno  al  centro  del  suo  tutto  in

          ventiquattr’ore, e questo natural talento esercita egli eternamente, sia pur
          posto in qualsivoglia stato. E per restar persuaso di questo, non avete a

          far altro che mutar un’antiquata impressione fatta nella vostra mente, e
          dire: «Sì come, per avere stimato io sin ora che sia proprietà del globo

          terrestre  lo  stare  immobile  intorno  al  suo  centro,  non  ho  mai  auto
          difficultà o repugnanza alcuna in apprendere che
                                                                                La parte dell’aria
          qualsivoglia  sua  particella  resti  essa  ancora                    inferiore alle più
          naturalmente nella medesima quiete; così e ben
                                                                                alte montagne segue
          dovere  che  quando  naturale  instinto  fusse  del

          globo terreno l’andare intorno in ventiquattr’ore,                    il moto della Terra.
          sia d’ogni sua parte ancora intrinseca e naturale inclinazione non lo star

          ferma,  ma  seguire  il  medesimo  corso»:  e  così  senza  urtare  in  veruno
          inconveniente  si  potrà  concludere,  che  per  non  esser  naturale,  ma

          straniero, il moto conferito alla nave dalla forza de’ remi, e per essa a
          tutte  le  cose  che  in  lei  si  ritrovano,  sia  ben  dovere  che  quel  sasso,

          separato che e’ sia dalla nave, si riduca alla sua naturalezza e ritorni ad
          esercitare  il  puro  e  semplice  suo  natural  talento.  Aggiugnesi  che  è
          necessario che almeno quella parte d’aria che è inferiore alle maggiori

          altezze de i monti, venga dall’asprezza della superficie terrestre rapita e
          portata  in  giro,  o  pure  che,  come  mista  di  molti  vapori  ed  esalazioni

          terrestri, naturalmente séguiti il moto diurno; il che non avviene dell’aria
          che è intorno alla nave cacciata da i remi: per lo che l’argumentare dalla



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