Page 308 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 308
SIMP. Io non credo che ella si fermasse altrimente, anzi pur son sicuro
ch’ella si moverebbe verso il declive spontaneamente.
SALV. Avvertite bene a quel che voi dite, Sig. Simplicio, perché io son
sicuro ch’ella si fermerebbe in qualunque luogo voi la posaste.
SIMP. Come voi, Sig. Salviati, vi servite di questa sorte di supposizioni,
io comincierò a non mi maravigliar che voi concludiate conclusioni
falsissime.
SALV. Avete dunque per sicurissimo ch’ella si moverebbe verso il
declive spontaneamente?
SIMP. Che dubbio?
SALV. E questo lo tenete per fermo, non perché io ve l’abbia insegnato
(perché io cercavo di persuadervi il contrario), ma per voi stesso e per il
vostro giudizio naturale.
SIMP. Ora intendo il vostro artifizio: voi dicevi così per tentarmi e (come
si dice dal vulgo) per iscalzarmi, ma non che in quella guisa credeste
veramente.
SALV. Così sta. E quanto durerebbe a muoversi quella palla, e con che
velocità? E avvertite che io ho nominata una palla perfettissimamente
rotonda ed un piano esquisitamente pulito, per rimuover tutti gli
impedimenti esterni ed accidentarii: e così voglio che voi astragghiate
dall’impedimento dell’aria, mediante la sua resistenza all’essere aperta, e
tutti gli altri ostacoli accidentarii, se altri ve ne potessero essere.
SIMP. Ho compreso il tutto benissimo: e quanto alla vostra domanda,
rispondo che ella continuerebbe a muoversi in infinito, se tanto durasse
la inclinazione del piano, e con movimento accelerato continuamente;
38
ché tale è la natura de i mobili gravi, che vires acquirant eundo: e
quanto maggior fusse la declività, maggior sarebbe la velocità.
SALV. Ma quand’altri volesse che quella palla si movesse all’insù sopra
quella medesima superficie, credete voi che ella vi andasse?
SIMP. Spontaneamente no, ma ben strascinatavi o con violenza gettatavi.
SALV. E quando da qualche impeto violentemente impressole ella fusse
spinta, quale e quanto sarebbe il suo moto?
SIMP. Il moto andrebbe sempre languendo e ritardandosi, per esser contro
a natura, e sarebbe più lungo o più breve secondo il maggiore o minore
impulso e secondo la maggiore o minore acclività.
SALV. Parmi dunque sin qui che voi mi abbiate esplicati gli accidenti
d’un mobile sopra due diversi piani; e che nel piano inclinato il mobile
308