Page 14 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Dopo  una  lunga  serie  di  vicissitudini  e  numerose  e  prolungate
          interruzioni,  il  Concilio  tornò  a  riunirsi  per  l’ultima  volta  nel  1562,

          chiudendosi l’anno successivo. Nel corso di quei venti anni, gli interessi
          e  le  macchinazioni  che  ebbero  corso  furono  molteplici,  come  avrebbe

          riferito  Fra  Paolo  Sarpi  nella  sua  Istoria  del  Concilio  Tridentino.                        3
          Comunque,  l’odio  che  Roma  nutriva  per  Sarpi  difficilmente  avrebbe

          potuto  diventare  maggiore,  dal  momento  che  non  si  era  limitata  a
          scomunicarlo  ma  aveva  ripetutamente  tentato  di  farlo  assassinare  o

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          rapire.  È chiaro comunque che né al papa né alla curia poteva piacere
          che venisse portato alla luce l’oscuro sottofondo implicito nei dogmi più
          sacrosanti  come  quello  della  transustanziazione  nell’eucarestia  che,

          com’è  ovvio,  erano  rimasti  gelosamente  occultati.  In  quella  difficile
          temperie, la Chiesa voleva presentare un fronte compatto e senza crepe.
          Ma riprendiamo il filo: il papa Paolo IV non amava i concili e durante il

          suo papato (1555-1559) quello di Trento subì un’interruzione. Non per
          questo cessò la politica di controllo ideologico e culturale; al contrario,

          nel 1559, Paolo IV istituì l’Indice dei Libri Proibiti. Pochi anni dopo, nel
          corso  della  sua  venticinquesima  sessione  del  dicembre  del  1563,  il
          Concilio avrebbe fissato le regole della valutazione dei libri e finalmente

          Pio V avrebbe trasformato il suddetto Indice da un elenco definitivo di
          libri condannati in un severo strumento dinamico di controllo e censura.

          A  tale  scopo,  nel  1571  creò  la  Congregazione  dell’Indice,  una  delle
          quindici  congregazioni  che,  con  Sisto  V,  divennero  l’elemento

          fondamentale  di  riorganizzazione  della  Chiesa  cattolica,  vale  a  dire  di
          una  radicale  centralizzazione.  La  Congregazione  dell’Indice  ne

          costituisce un valido esempio ed è pertinente nel nostro caso. Da quel
          momento, a esaminare i libri nuovi non sarebbero stati i vescovi e gli
          inquisitori di ciascuna diocesi, ma il controllo degli autori, degli editori e

          dei librai sarebbe stato diretta responsabilità della stessa Congregazione
          dell’Indice, che in realtà veniva a essere un’appendice dell’Inquisizione.

          A partire da Bellarmino, questo strumento di controllo avrebbe raggiunto
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          livelli  sorprendenti.   A  volte  veniva  chiesto  ai  censori  responsabili  di
          sottoporsi  vicendevolmente  a  controllo,  e  accadeva  di  frequente  che
          venisse  impartito  l’ordine  di  agire  «con  riserbo»,  «senza  pubblicità».

          Così per esempio nel 1610 fu ordinato di sospendere la pubblicazione
          del De Monarchia Siciliae di Baronio «senza alcun clamore, né emanare
          bandi o editti» e raccomandando «abilità, riserbo e prudenza». Se così si





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