Page 960 - Dizionario di Filosofia
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sia non solo negata ma anche affermata ». Da questa posizione-chiave derivano tutte

          le tesi più tipiche della filosofia gentiliana: quella dell’impossibilità dell’errore (la
          conoscenza dell’errore è la verità e la conoscenza come tale è sempre vera); quella
          della « inesistenza » o « inattualità » della natura, del passato, dell’ignoranza e della
          morte;  quella  dell’identità  di  logica,  teoria  del  conoscere  e  filosofia  in  generale;
          quella dell’identità di storia e storiografia.

          Sistema di logica deduttiva e induttiva (The System of Logic, Ratiocinative and
          Inductive), opera di John Stuart Mill (1843), uno dei testi classici del positivismo.
          Per  Stuart  Mill  tutte  le  verità  generali,  inclusi  i  principi  logici,  derivano
          dall’esperienza.  Tuttavia,  a  differenza  di  Hume,  egli  ritiene  che  la  fondazione
          puramente  empirica  delle  verità  universali  non  porti  affatto  di  necessità  a
          conclusioni  scettiche.  L’induzione  è  certo  sempre  incompleta,  nel  senso  che  la
          generalizzazione  conclusiva  non  può  mai  fondarsi  su  tutti  i  casi  possibili.  Ma

          l’induzione ci attesta anche che la natura è uniforme e che « è una legge che ogni cosa
          abbia una legge ». La credenza in questa uniformità necessaria non è un atto di fede,
          ma un risultato confermato costantemente da tutte le nostre osservazioni. Attraverso
          il  processo  induttivo  metodico,  che  individua  le  concordanze,  le  differenze,  le
          variazioni concomitanti e i residui, si giunge a cogliere la particolare invarianza di
          certe  successioni  (causalità).  Quanto  alle  verità  generali,  esse  non  contengono  in

          alcun modo la dimostrazione reale delle verità particolari « dedotte » da esse. La
          deduzione funge legittimamente solo da struttura interpretativa del già verificato e
          facilita  la  previsione  e  la  spiegazione  dei  fatti  complessi.  Ma  resta  fermo  che  i
          concetti generali non attestano una realtà diversa da quella empirica. Essi valgono
          solo come formule abbreviative, e a guardar bene induzione e deduzione sono solo
          espedienti formali e tecniche di indagine: il processo reale della ricerca, in funzione
          del quale esse vengono elaborate, va sempre dal particolare al particolare.

          Sistema di politica positiva ovvero Trattato di sociologia istituente la religione
          dell’Umanità (Système de politique positive, ou Traité de sociologie instituant la
          religion de l’Humanité), opera di A. Comte, pubblicata dal 1852 al 1854. Il trattato
          si compone di quattro volumi, l’ultimo dei quali reca in appendice la ristampa di tutti
          i precedenti opuscoli dedicati da Comte alla filosofia sociale. Il volume i comprende

          il discorso preliminare e l’introduzione; il II la statica sociale, vale a dire il « trattato
          astratto dell’ordine umano »; il III la dinamica sociale, e cioè il « trattato generale
          del  progresso  umano  »;  il IV  infine  include  il  «  quadro  sintetico  »  dell’avvenire
          dell’umanità.
          Sofista (IL) O Dell’essere, dialogo di Platone. Il vero protagonista del dialogo è «

          lo straniero di Elea », discepolo di Parmenide, per bocca del quale Platone compie
          il  grande  passo  avanti  (definito  come  «  parricidio  »  rispetto  a  Parmenide)
          dell’ammissione della realtà del non essere. Invitato da Socrate a definire il sofista,
          lo straniero lo caratterizza successivamente come uno che prende nelle proprie reti i
          giovani  ricchi,  uno  che  vende  scienza  apparente,  un  atleta  della  discussione,  un
          maestro nell’arte del contraddire. Ma la filosofia di Parmenide, non riconoscendo la

          realtà  del  non  essere,  fornisce  ai  sofisti  una  giustificazione  apparentemente
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