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preparatori. Nella sistemazione rosminiana dell’enciclopedia filosofica, allo studio

          dell’essere ideale, fondamento della razionalità umana, doveva seguire un’indagine
          sull’essere  non  più  sotto  il  profilo  psicologico,  ma  sotto  quello  propriamente
          metafisico.  A  questa  ultima  esigenza  risponde  la Teosofia,  poderoso  tentativo  di
          costruire  una  ontologia  non  contagiata  dallo  psicologismo  e  dal  panteismo,  che
          Rosmini considerava i peccati capitali della filosofia moderna.

          Timèo, o Della natura, uno degli ultimi dialoghi di  Platone.  In esso il pitagorico
          Timeo espone con eloquenza ispirata una cosmogonia, un’antropologia e una storia
          naturale, prendendo spunto dal mito dell’Atlantide ricordato da Clizia, un altro degli
          interlocutori del dialogo. La grande isola posta al di là delle Colonne d’Ercole si
          sarebbe inabissata 9.000 anni prima (così  Crizia dice di aver sentito raccontare).
          dopo che i suoi abitanti erano stati sconfitti dagli antenati degli Ateniesi, che allora

          si reggevano secondo il modello di Stato descritto nella Repubblica. Il ricordo del
          grande  cataclisma  pone  il  problema  dell’origine  e  della  storia  del  cosmo.  Timeo
          allora racconta come il divino Demiurgo (« Artefice ») abbia plasmato l’universo
          ispirandosi  ai  modelli  del  mondo  ideale  e  descrive  le  fasi  successive  della
          generazione  degli  esseri,  dall’anima  del  mondo  a  quella  dell’uomo,  dai  quattro
          elementi a tutta la serie degli animali inferiori.

          Il Timeo ha esercitato una grande influenza sulla cosmologia neoplatonica e su quella
          cristiana ed è stato uno dei testibase della cultura medievale.
          Tòpici (I) [Tà Topikà], titolo dei libri dell’Organon* di Aristotele che trattano dei
          sillogismi ipotetici e dei ragionamenti probabili.

          Tractatus  logico-philosophicus,  la  più  importante  opera  di  Wittgenstein  (1921),
          fondamentale per lo sviluppo dell’empirismo logico. Ponendosi in una prospettiva
          critica nei confronti dei tentativi di Russell e Whitehead di fondare la logica sulla
          matematica, Wittgenstein espone una sua teoria della rappresentabilità del mondo in
          termini  logico-linguistici,  partendo  dai  fatti  semplici  costituiti  dai  dati  sensibili

          immediati.  Come  questi  possono  essere  descritti  da  proposizioni  atomiche  o
          elementari, così i fatti complessi corrispondono a proposizioni molecolari. Compito
          del filosofo è mostrare il rispecchiamento che si istituisce tra fatti e proposizioni.
          Altro tema centrale affrontato da Wittgenstein è la natura delle relazioni logiche e
          matematiche, che hanno la caratteristica di essere formali e non empiriche. Da questi
          presupposti  Wittgenstein  ricava  una  teoria  del  significato  dei  segni  e  definisce  la
          filosofia come l’attività che rende chiare le proposizioni, cogliendo la differenza tra

          quelle dotate di senso e quelle che ne sono invece prive.
          Opera  estremamente  difficile  e  per  certi  aspetti  oscura,  è  caratteristica  anche  per
          l’esposizione,  articolata  in  brevi  periodi  numerati  e  disposti  come  chiarimenti  e
          sviluppi di sette proposizioni fondamentali, della quale la prima è: « Il mondo è tutto
          ciò che accade », e l’ultima « Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere ».

          Tractatus theologico-politicus, opera di  Spinoza pubblicata anonima (1670).  Nei
          venti capitoli di cui è composta viene affrontato il tema della libertà filosofica, come
          presupposto e condizione della libertà politica. La prima viene rivendicata a partire
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