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Tao-te-ching (Libro del Tao e della sua virtû), scritto filosofico cinese, risalente,
          secondo una tradizione messa in dubbio da alcuni studiosi, al VI sec. a.C. e attribuito
          a Lao-tzû. Il testo, di non grande estensione (comprende circa 2.250 ideogrammi), è
          scritto in un linguaggio conciso e difficile, di notevoli pregi letterari. Vi è esposta la
          dottrina del Tao e della sua azione nell’universo.

          Teoria e storia della storiografia, opera di B. Croce, pubblicata prima in tedesco
          nel 1915 e poi in italiano nel 1917.  L’autore la presenta come quarta parte della
          Filosofia  dello  spirito,  non  nel  senso  che  essa  costituisca  una  nuova  parte
          sistematica  di  questa,  ma  nel  senso  che  la  trattazione  del  problema  della
          comprensione  storiografica  è  da  vedere  come  il  punto  di  arrivo  di  tutte  le  sue
          indagini precedenti. Poiché è evidente che solo un interesse della vita presente ci

          può  muovere  a  indagare  un  fatto  passato,  ogni  storia  è  «  storia  contemporanea  ».
          Quando  manchi  questo  interesse  attuale,  ci  si  volge  al  passato  solo  con  l’intento
          pratico di conservarne i segni o « documenti », e allora si costruiscono le cronache:
          storia  è  la  storia  «  contemporanea  »,  cronaca  è  la  storia  «  passata  ».  Il  giudizio
          storico è sempre sintesi di particolare e di universale e la storiografia rettamente
          intesa  non  può  mai  essere  perciò storia  universale,  se  con  questa  ambigua

          espressione  si  allude  a  una  costruzione  che  presuma  di  poter  prescindere  dalla
          concretezza dei fatti accertati.  La storia è opera dell’individuo, ma il limite della
          storiografia cosiddetta prammatica sta nel dimenticare che l’individuo ha senso solo
          come  «  istituzione  »  dell’universale:  l’esigenza  fondamentale  che  sta  alla  base
          dell’idealismo  moderno  è  che  l’individuo  da  un  lato  e  l’Idea  (o  Ragione,  o
          Provvidenza) dall’altro coincidano senza residui.  La seconda parte è costituita da
          una  storia  della  storiografia,  dal  mondo  greco  al  primo  Novecento.  L’opera

          rappresenta  una  tappa  fondamentale  dello  sviluppo  della  filosofia  crociana  nella
          direzione dello « storicismo assoluto ».
          Teoria  generale  dello  spirito  come  atto  puro  (LA),  opera  di  Giovanni  Gentile,
          pubblicata  nel  1916  e  considerata  il  testo  fondamentale  dell’attualismo*.  Se  si

          liberano Berkeley e Kant dai residui di naturalismo e di realismo dogmatico ancora
          presenti nella loro gnoseologia, si giunge alla conclusione che la realtà è atto dello
          spirito e che essa si risolve tutta nel processo del pensiero pensante. Spazio, tempo,
          natura fisica e mondo storico sono nella loro concretezza momenti dell’autocreazione
          (autoctisi)  dell’Io  assoluto,  il  quale  vive  e  si  svolge  nella  molteplicità  delle
          persone. Il passato è reale solo nella coscienza che attualmente lo rivive e la storia
          della filosofia si risolve tutta nell’attualità del filosofare. L’atto d’altra parte non è

          immediatezza irrelata: la sua unità è dialettica e si realizza nei tre momenti dell’arte
          (astratta  coscienza  di  sé),  della  religione  e  della  scienza  (astratta  posizione
          dell’oggetto come indipendente dal pensiero), e della filosofia, sintesi perennemente
          rinnovantesi di quelle opposte astrazioni, assoluta concretezza nella quale la realtà
          conosce se stessa autoproducendosi.

          Teosofia, opera di A. Rosmini, pubblicata postuma (1859-1874) in cinque volumi,
          gli ultimi due dei quali messi insieme dagli editori sulla base di frammenti di scritti
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