Page 966 - Dizionario di Filosofia
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da una rigorosa discussione critica del Vecchio Testamento, volta a smascherare le

          interpretazioni superstiziose o antropomorfiche della divinità, finalizzate a interesse
          di particolari gruppi, siano essi clero o autorità politiche. Come la legge divina non
          può avere altro scopo che il conseguimento del Bene Supremo, che è la conoscenza e
          l’amore  di  Dio,  così  la  legge  umana  non  deve  essere  finalizzata  ad  altro  che  al
          conseguimento  della  saggezza  e  al  pieno  sviluppo  della  ragione  naturale.  Da  ciò
          deriva  la  intransigente  difesa  dell’autonomia  della  ragione,  che  si  realizza  con  la

          massima libertà di pensiero e di espressione.
          Trattati sul governo (Two treatises of government), opera di  J.  Locke (1690).  Il
          sottotitolo  esplicativo  dice  così:  «  Nel  primo  sono  individuati  e  abbattuti  i  falsi
          principi e il fondamento di sir  Robert  Filmer e dei suoi seguaci.  Il secondo è un
          saggio riguardante la vera origine, i limiti e il fine del governo civile ». Si tratta in

          realtà di due saggi di argomento ben distinto. Il primo contesta la tesi, sostenuta da
          R. Filmer nel-Patriarca, che il potere regio sia un’estensione del potere del padre
          sui figli, attribuito da Dio ad Adamo ed ereditato successivamente da tutti gli uomini.
          Il  secondo,  di  maggiore  impegno  speculativo,  muove  dalla  concezione
          contrattualistica  dell’origine  dello  Stato.  L’uomo  passa  dallo  stato  di  natura,  nel
          quale gode già dei « diritti naturali », al contratto sociale unicamente perché quei

          diritti possano essere più ampiamente e sicuramente goduti.  La tutela delle offese
          alla persona e alla proprietà, per es., è solo meglio assicurata dall’esistenza di un
          potere superindividuale, di fronte al quale devono rassegnarsi a cedere anche i più
          violenti.  Il  concetto  del  potere  statale  come  potere  delegato  implica  che
          l’assolutismo e il dispotismo sono sempre da considerare come deviazioni e abusi.
          Una  parte  del  saggio  è  dedicata  alla  dottrina  della  separazione  dei  poteri.  Locke
          riconosce  una  funzione  preminente  al  legislativo  e  tende  a  contenere  i  compiti

          dell’esecutivo; quando quest’ultimo oltrepassa arbitrariamente questi limiti, sussiste
          il dirittodovere della ribellione. Così Locke giustifica la « gloriosa rivoluzione » del
          1688 e la deposizione di Giacomo II Stuart. L’opera è considerata un classico della
          dottrina politica liberale.

          Trattato  delle  sensazioni  (Traité  des  sensations),  opera  di  Condillac  (1754).
          L’autore  tende  a  provare  che  tutte  le  facoltà  e  funzioni  dell’anima  derivano  dalle
          sensazioni  e  che  ogni  contenuto  della  mente  è  solo  «  sensazione  trasformata  »
          mediante il ricorso all’ipotesi di una statua di marmo, nella quale vengono supposti
          funzionanti,  uno  dopo  l’altro  a  volontà  del  ricercatore,  i  vari  organi  di  senso.
          Attraverso un rigoroso svolgimento analitico, l’autore mostra come tutte le funzioni
          intellettuali,  anche  le  più  complesse,  siano  riconducibili  alle  sensazioni,  ordinate

          secondo il criterio utilitaristico del piacere o del dolore. Tra i vari sensi carattere di
          preminenza è attribuito al tatto, l’unico che è in grado di fondare la costituzione della
          realtà esterna.
          Trattato di morale (Traité de morale), opera di  Malebranche (1683).  La ragione

          include due tipi di verità eterne, quelle teoriche e quelle pratiche. Queste ultime sono
          verità  «  d’ordine  »,  e  cioè  si  fondano  sul  riconoscimento  del  diverso  grado  di
          eccellenza  delle  cose.  «  La  ragione  di  cui  parlo  »  dice  Malebranche  all’inizio
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