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dell’esperienza e coincidono con i segni linguistici usati per comunicarle (1. III). In

          quanto  vera  o  falsa,  la  conoscenza  consiste  nella  percezione  dell’accordo  o  del
          disaccordo  fra  le  idee.  Si  ha  la  conoscenza intuitiva  quando  tale  percezione  è
          immediata e quella dimostrativa quando è necessario il ricorso a idee intermedie.
          Altra fonte di conoscenza è la fede, fondata sulla rivelazione (1. IV). Nonostante le
          molte oscillazioni e incertezze, il Saggio di Locke è uno dei grandi testi della teoria
          critica della conoscenza prima di Kant.

          Saggio sullo Hegel, opera di Benedetto Croce, pubblicata nel 1913 come ristampa
          dello  scritto Ciò che è vivo e ciò che è morto nella filosofia di Hegel (1907). Il
          titolo originario esprime in forma più diretta l’animo con cui il Croce si era volto
          alla  lettura  e  alla  meditazione  di  Hegel,  negli  anni  dedicati  alla  elaborazione
          sistematica  della Filosofia  dello  spirito.  Secondo  il  Croce,  Hegel  ha  concepito

          correttamente la realtà come divenire e il divenire come sintesi di opposti. Il limite
          di Hegel è nel non aver visto che nella realtà spirituale è presente, accanto al nesso
          fondamentale  dell’opposizione,  anche  quello  della  distinzione:  l’arte,  la  filosofia,
          l’economia  e  l’etica  sono  «  distinti  »  che  nell’unità  dialettica  dello  spirito
          conservano  la  loro  pienezza  e  la  loro  autonomia.  Dal  mancato  intendimento  della
          peculiarità  del  nesso  dei  distinti  traggono  origine  in  Hegel  la  sostituzione  di

          un’arbitraria « filosofia della storia » alla concreta storiografia e la costruzione di
          una  «  filosofia  della  natura  »,  contro  le  stravaganze  della  quale  la  polemica
          positivistica aveva avuto facile gioco.
          Saggio  sull’origine  della  conoscenza  umana  (Essai  sur  l’origine  des
          connaissances humaines), opera di  Condillac (1746).  Seguendo l’impostazione di

          Locke, Condillac esamina il processo del costituirsi della conoscenza attraverso le
          due fonti della « sensazione » e della « riflessione ». Nella prima parte dell’opera
          studia  analiticamente  le  «  operazioni  dell’anima  »  e  mostra  come  le  idee  si
          organizzino e si concatenino secondo leggi simili a quelle che regolano i rapporti
          delle cose nell’universo fisico. I legami delle idee fra loro e la funzione di « segni »
          verbali sono gli argomenti affrontati nella seconda parte. Dopo aver mostrato che il

          linguaggio originario dovette essere gestuale, l’autore indaga i fattori che concorrono
          all’evoluzione del linguaggio, chiamando in causa sia le condizioni naturali (razza e
          clima),  sia  l’azione  della  società  e  dello  Stato.  Gli  usi  linguistici  impropri  e  il
          ricorso  alle  idee  confuse  sono  le  fonti  principali  dell’errore  umano.  Per  evitarlo
          bisogna  da  un  lato  attenersi  sempre  ai  significati  più  largamente  condivisi  e
          dall’altro  abituarsi  a  scomporre  le  idee,  per  individuare  le  sensazioni  che  esse
          includono come elementi costitutivi originari.

          Sartor  Resartus,  opera  di  T.  Carlyle,  uscita  a  puntate  nella  rivista Fraser’s
          Magazine fra il 1833 e il 1834. Il titolo latino significa « il sarto ricucito », o «
          rappezzato », e allude alla condizione dello spirito umano, avvolto dai costumi, dalle
          istituzioni  e  dalle  convenzioni  come  da  un  provvisorio  e  mutevole  vestito.  Al

          professore tedesco Diogene Teufelsdröckh, protagonista del romanzo che occupa la
          seconda parte dell’opera, è attribuita questa « filosofia del vestito », esposta nella
          prima parte. Il senso della vita di Teufelsdröckh, le cui vicissitudini ricalcano quelle
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