Page 920 - Dizionario di Filosofia
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nient’altro che l’intuizione così intesa; e non una specie particolare, per così dire
raffinata e privilegiata, dell’intuizione, ma intuizione semplicemente. La visione-
intuizione non è atto volontario: alla fantasia, come è noto, non si comanda. Ma
l’estrinsecazione della propria visione (che è fatto ben distinto dall’espressione) può
essere o non essere voluta. L’artista mette in opera un complesso di abilità per
realizzare questa comunicazione: tratta in un certo modo il marmo e i colori, traduce
l’interna melodia nelle note musicali o la rende udibile mediante la manipolazione di
appositi strumenti, fissa la parola interiore in segni grafici. Deve essere ben chiaro
da un lato che questo momento della tecnica e della riproduzione è del tutto estraneo
all’arte come intuizione, e dall’altro che la classificazione delle varie arti e la
connessa precettistica sulle tecniche di riproduzione non hanno diritto di cittadinanza
nell’estetica filosofica propriamente detta.
L’attività della riproduzione e del giudizio estetico viene nominata gusto, così come
genio è chiamata la forza produttrice; è evidente che genio e gusto differiscono solo
per intensità, ma non per la loro natura, che è identica. E se pare talvolta che il
giudizio di gusto abbia molto di soggettivo e di arbitrario, bisogna considerare che
lo scopo ultimo del lavorio critico intorno alle opere d’arte è proprio quello di
circondare di nuovo lo stimolo fisico di tutti i fatti fra i quali esso nacque, e quindi
di rendere possibile, al limite, che esso « rioperi su di noi come operava su chi lo
produsse ». A una riproduzione sempre più adeguata mirano dunque le indagini
chiarificatrici, che si accumulano di generazione in generazione. Solo in questo senso
si può parlare di « progresso estetico », mentre l’idea di un’evoluzione lungo una
linea di perfezione crescente, se pure ha una qualche ragion d’essere nella storia
della scienza, non può essere in alcun modo riferita alle opere d’arte nella loro
successione storico-temporale. L’arte è intuizione, l’intuizione è individuale, e tutti
gli individui sono realtà concluse, incomparabili fra loro. Sul corollario finale
dell’identità di estetica e linguistica (nella sua vivente realtà la lingua è pura
espressione) si chiude la Teoria. La Storia che segue, variamente integrata e
arricchita nelle successive edizioni, ripercorre criticamente la riflessione sull’arte
dall’antichità greca fino a Bergson e Bosanquet.
L’Estetica del Croce ha esercitato sulla cultura italiana dei primi decenni del nostro
secolo un’influenza che non trova termini di paragone. Il pensiero estetico del Croce
ha inoltre agito con effetti di provocazione chiarificatrice su tutta la cultura europea
del primo Novecento.
Etica dimostrata con ordine geometrico (Ethica ordine geometrico demonstrata),
opera principale di Spinoza, pubblicata postuma nel 1677. Scritta in latino, è
costruita secondo lo schema espositivo e dimostrativo della geometria di Euclide,
per il convincimento che l’ordine matematico è l’ordine stesso dell’universo: una
filosofia che voglia rispecchiare la realtà deve quindi ripeterne in qualche modo
anche nella forma espositiva le linee architettoniche. Il Dio personale della
tradizione ebraica perde nell’Etica ogni residuo antropomorfico e diventa
l’impersonale Sostanza, causa di se stessa, che si manifesta in infiniti attributi, di
cui due soli, il pensiero e l’estensione, sono noti alla ragione umana. Tutta la realtà