Page 538 - Dizionario di Filosofia
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regime capitalistico esaspera anche visibilmente nel processo produttivo quel
carattere sociale, che non può non evocare come corrispetrivo necessario la
proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di scambio.
Nel corso di una crisi più violenta delle altre (crisi finale) il proletariato,
probabilmente passando attraverso lo sciopero generale, si impadronirà dello Stato.
Nel Manifesto sono indicati con precisione i primi « interventi dispotici » che
dovranno consentire alla nuova classe egemonica di strappare a poco a poco alla
borghesia tutto il capitale, di accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani
dello Stato e di moltiplicare la massa delle forze produttive: Marx parla fra l’altro di
espropriazione della proprietà fondiaria, di imposta fortemente progressiva, di
abolizione del diritto di successione, di lavoro obbligatorio per tutti. Ma dopo
questa fase estrema della lotta di classe, nella quale i due vecchi antagonisti
continuano a lottare da posizioni rovesciate, nascerà la società nuova. Quando gli
ultimi residui delle differenze di classe saranno scomparsi e tutta la produzione sarà
concentrata « in mano agli individui associati », non avrà più ragione d’essere lo
Stato. Essendo il potere politico il centro di un sistema coercitivo organizzato da una
classe in vista dell’oppressione di un’altra, esso non potrà sopravvivere alla
scomparsa della società divisa in classi. « Alla vecchia società borghese con le sue
classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra un’associazione in cui il libero
sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti » (Manifesto). Avanti
ancora, in un avvenire molto più lontano, quando le sorgenti della ricchezza
collettiva scorreranno in tutta la loro pienezza, ogni differenza fra lavoro manuale e
lavoro intellettuale sarà scomparsa e il lavoro non sarà più solo un mezzo di vita, ma
« il primo bisogno della vita », la società potrà scrivere sulle sue bandiere: « ognuno
secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni » (Critica del programma
di Gotha*).
Le teorie di Marx, fin dalla loro prima diffusione, hanno ottenuto adesioni
incondizionate e provocato critiche e riserve. Il leninismo si presentò come
un’analisi marxistica del capitalismo giunto neil’estrema fase dell’imperialismo. Gli
adattamenti del pensiero di Marx alle nuove condizioni, presunte o reali, della realtà
politico-sociale rientrano nell’ampia categoria storica del revisionismo.
Bibliogr.: Le principali edizioni delle opere complete di Marx e di Engels sono: K.
Marx - F. Engels, Historisch-kritische Gesamtausgabe. Werke, Schriften, Briefe, a
cura di D. Rjazanov e V. Adoratsky, 12 voll., Francoforte-Berlino-Mosca, 1927-
1935.* Tale edizione critica (MEGA) è rimasta però incompiuta rispetto al piano
iniziale che prevedeva più di 40 volumi; K. Marx-F. Engels, Werke, a cura degli
Istituti per il marxismo-leninismo di Berlino e di Mosca (IMEL), 41 voll., Berlino
1957 e sgg. Attualmente è in corso di pubblicazione la traduzione italiana delle
opere complete di Marx ed Engels, prevista in 50 volumi di cui 11 già pubblicati,
Roma 1972 e sgg. Per le traduzioni in lingua italiana è da vedere G. M. Bravo, Marx
e Engels in lingua italiana, Milano 1962. La bibliografia su M. è sterminata: per un
primo orientamento si possono utilmente consultare quelle raccolte in: Aa. Vv.,
Storia delle idee politiche, economiche e sociali, 6 voll., diretta da L. Firpo, Torino