Page 15 - Dizionario di Filosofia
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storicamente,  scientificamente,  e  enciclopedicamente  illuminate  e  chiarite.  Una

          discussione  dei  rapporti  tra  esistenzialismo,  fenomenologia  e  marxismo  è  stata  in
          questi ultimi anni presente ovunque. Ricordiamo per l’Italia il contributo di Pietro
          Chiodi.
                Sul  piano  letterario,  e  specialmente  sul  piano  del  teatro  è  da  tener  presente
          soprattutto Sartre anche se non bisogna dimenticare il teatro di Gabriel Marcel. Per
          Sartre la letteratura è stata un’esperienza iniziale e dopo La critica della ragione

          dialettica di cui il promesso secondo volume non è mai uscito, il marxismo di Sartre
          sembra  quasi  in  sospensione  nella  drammaticità  della  situazione  attuale  e  Sartre
          ritorna alla letteratura come a una nuova dimensione umana. Alla propria biografia
          (Le parole, 1964) egli fa seguire il lungo saggio su Flaubert (L’idiota di famiglia,
          1971),  dove  appare  una  nuova  visione  della  personalizzazione  concreta  e  sociale
          dell’uomo.
                Nell’esistenzialismo rimane fondamentale la posizione di Jaspers che in Italia è

          stata  studiata  in  modo  particolare  da  Luigi  Pareyson.  Stranamente  anche  Jaspers
          però, visto oggi, sembra mutare volto. Dall’originario avvicinamento a Kierkegaard
          e a Nietzsche, già presente in Ragione e esistenza (1935), Jaspers sviluppa sempre
          di più problemi storici e umani.  Il tema fondamentale di  Jaspers è sempre quello
          dell’orizzonte nel quale si incontrano l’esistenza e la trascendenza. È notevole che
          nel necessario scacco o naufragio dell’uomo di fronte alla trascendenza, Jaspers si

          ponga  il  problema  del  rapporto  con  l’altro  come  un  rapporto  positivo.  Talvolta
          leggendo  Jaspers  oggi  si  pensa  al  problema  dell’intersoggettività  di  Husserl  e  a
          quello del rapporto tra io e tu di Martin Buber (1878-1965). Il senso della filosofia
          di Jaspers, anche di fronte alla sociologia, appare chiaro dall’importanza che egli dà
          all’opera di Max Weber. Weber è certo il sociologo dell’esistenza umana; tuttavia
          questa esistenza va posta di fronte alla trascendenza della verità e Jaspers ricorda
          che le ultime parole di Weber furono: « Vera è soltanto la verità ». Sia Jaspers che

          Heidegger avevano parlato di Nietzsche e non può meravigliare che oggi Nietzsche
          venga ristudiato da punti di vista nuovi che da un lato ricordano e dall’altro negano i
          punti di vista, del resto diversi, dei due filosofi. Su Heidegger è difficile concludere.
          È certo che potrà servire per studiarlo e per criticarlo la sua opera Holzwege (1950)
          titolo che viene tradotto con Sentieri interrotti. Forse per tutto l’esistenzialismo non

          si tratta tanto di un’interruzione ma di una rottura. Lo si può criticare in nome della
          scienza come aveva fatto Carnap, in nome della religione, in nome della società e
          della storia. Lo si può criticare anche in nome del marxismo. In ogni caso si tratta di
          un punto di passaggio che esprime la crisi del secolo.
                Il  ritorno  a  Husserl  da  cui  derivano  una  gran  quantità  di  filosofi  sia
          esistenzialisti che semiesistenzialisti, tra cui il principale per la fenomenologia della
          morale è Max Scheler (1875-1928), rappresenta non soltanto il ritorno alla necessità
          di un’originaria scientificità, ma anche il ritorno al problema dell’uomo e del suo

          posto, come avrebbe detto Scheler, nel mondo.
                Tra i filosofi cristiani e spiritualisti il più importante è certamente Marcel che
          Paul  Ricoeur  (1913),  il  fenomenologo  della  finitezza  dell’errore  del  male  e  del
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