Page 77 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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XIV
Ulrico Zwingli
Ulrico Zwingli nacque a Wildhaus in Svizzera nel 1484.
Terzo di dieci figli, studiò a Vienna, a Berna e a Basilea. Il
padre magistrato lo volle per forza sacerdote. Lui fece carriera e
in breve tempo divenne parroco nella cattedrale di Zurigo. Nei
primi anni fu preso da una profonda ammirazione per i classici.
Ebbe varie cotte. I suoi autori preferiti erano nell’ordine:
Platone, Aristotele, Epitteto e Seneca. Per poterli leggere in
versione originale imparò da solo il greco e il latino. Era solito
dire: «A volte valgono più una frase di Cicerone o una strofa di
Pindaro che non un versetto del Vangelo».
Da giovane fu un ammiratore sfegatato di Erasmo da
Rotterdam e di Pico della Mirandola. Le attività che lo resero
famoso in Svizzera furono la predicazione e la politica. Come
predicatore, in particolare, pare che disponesse di una voce
straordinaria, quasi come se avesse in petto un microfono
incorporato. Parlava con grande semplicità e si faceva sentire in
ogni parte della chiesa, anche nelle ultime file.
Nei confronti di Erasmo, però, passò dall’ammirazione
sconfinata all’antipatia più assoluta, e sempre per colpa di
Lutero e del libero arbitrio. Secondo Zwingli, l’uomo è un
predestinato dalla nascita e la salvezza la può ottenere solo se ha
ricevuto la Fede in dono da Dio. Per Erasmo, invece, capita
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