Page 82 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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ubbidissero  ai  suoi  precetti  istituì  una  specie  di  magistratura
                chiamata la «Venerabile Compagnia». Sui dieci comandamenti,

                poi,  scrisse  un  intero  libro  intitolato  I  principi  della  religione
                cristiana,  dove  i  principi  erano  un  pochino  più  medioevali  di

                quelli medioevali.
                       Su un concetto, però, non gli si potrebbe dare tanto torto.

                Esattamente sul peccato. Il peccato è peccato, e non si cancella

                con una semplice confessione, per poi ricominciare…
                       Giunto a una certa età, Calvino decise di sposarsi. «Non è

                necessario  che  sia  bella»  disse  a  uno  dei  suoi  collaboratori,
                «l’importante  è  che  sia  casta,  economa  e  attenta  alla  mia

                salute.»  Si  sposò  con  una  vedova  bruttina,  che  in  compenso,
                però,  era  un’ottima  cuoca.  Un  po’  malandati  in  salute  e

                relativamente giovani, morirono praticamente insieme.
                              A proposito di Giovanni Calvino,

                              non  posso  fare  a  meno  di  ricordarmi  di  una  mia
                       fidanzata degli anni Cinquanta, una certa Francesca. Una

                       sera,  verso  le  otto,  eravamo  in  macchina  nella  mia
                       Cinquecento, in cima al Parco della Rimembranza, il posto

                       dove  a  quei  tempi  noi  ragazzi  c’infrattavamo  per  darci
                       qualche bacio. Avevo già incollato i giornali ai finestrini,

                       quando  le  chiesi  dov’era  stata  la  sera  precedente.  Io  le

                       avevo telefonato di continuo senza mai trovarla. Lei allora
                       mi confessò di essere andata a «farsi una vasca» a via dei

                       Mille  con  un  certo  Giorgio,  suo  compagno  di  università.
                       Alla mia obiezione che quel Giorgio lì passava per essere

                       un puttaniere, lei rispose che nel suo caso il termine non
                       era  appropriato,  dal  momento  che  Giorgio  non  l’aveva

                       pagata.  Io  replicai  che  una  ragazza  seria  non  va  a
                       passeggio  con  tutti  e  lei  reagì  dicendo  che  allora  non

                       avrebbe  dovuto  uscire  nemmeno  con  me.  Insomma,
                       litigammo.  Dopodiché  Francesca  se  ne  uscì  dalla

                       Cinquecento sbattendo con forza la portiera. Ma prima di
                       andarsene mi disse: «Ho capito: sei un calvinista!».



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