Page 86 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
P. 86
Nato a Torun, in Polonia, sulle rive della Vistola, si
chiamava Nikolaj Kopernik. Aveva studiato a Cracovia, Roma,
Padova, Bologna e Ferrara. Appena avuta l’intuizione che al
centro dell’Universo non ci fosse la Terra ma il Sole, ci scrisse
sopra un saggio intitolato De revolutionibus orbium coelestium.
Tuttavia si guardò bene dal mostrarlo in giro.
A quei tempi sostenere che la Terra era solo uno dei tanti
pianeti che giravano intorno al Sole poteva essere pericoloso:
equivaleva a dire che Gesù era nato in periferia. Copernico,
quindi, nascose il manoscritto a casa sua, in un ripostiglio
segreto scavato dentro una parete, e non lo mostrò a nessuno.
«Mi comporto» diceva «come gli allievi di Pitagora che
conoscevano i segreti della natura ma che non li confidavano
agli estranei.» Finché un bel giorno un suo discepolo, un certo
Joachim Rhetycus, professore dell’Università di Wittenberg, lo
convinse a fargli leggere il trattato. Dopodiché, tempo un mese,
questi lo consegnò alle stampe. Si racconta che Copernico, non
appena vide il suo De revolutionibus stampato, in caratteri
gotici, ebbe un infarto e morì. Era il 1543.
La scoperta di Copernico, oltre a sconvolgere l’astronomia,
sconvolse anche la filosofia e la teologia. Molti sollevarono
obiezioni del tipo: «Ma se la Terra ruota da ovest a est, un sasso
lanciato in aria dovrebbe ricadere un pochino più in là, verso
ovest». Oppure: «Ma se la Terra gira su se stessa, si dovrebbe
avvertire un vento continuo che gira in senso contrario».
Insomma, esistevano dei dubbi.
Le opposizioni maggiori, però, arrivarono dagli ambienti
ecclesiastici. A dichiararsi sostenitori della teoria eliocentrica si
correva il rischio di essere scomunicati, tanto è vero che lo
stesso Copernico si era premunito scrivendo una lunga premessa
al trattato e dedicandola al Papa. In essa lo scienziato confessò
di aver pubblicato il libro solo dietro le insistenze degli amici, e
che, comunque, non era stato il primo a trattare il tema:
l’argomento era stato già anticipato dai pitagorici e da Eraclide
88