Page 76 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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mi posso identificare. In compenso, pratico il Dubbio
positivo. Perché positivo? Perché ho sostituito il verbo
credere con il verbo sperare. In altre parole io spero che ci
sia e ho paura che non ci sia. Nulla mi spaventa di più del
pensiero che dopo la morte esista solo il «nulla», che si
muore e basta! Dubitando ogni giorno, però, sto sempre a
chiedermi se Dio esiste o non esiste, e finisco per stare in
Sua compagnia più di chi ha creduto nella sua esistenza
una volta per tutte, e non si è posto mai più la domanda.
Invidio quelli che hanno la Fede, quella con la F
maiuscola: vivono meglio di noi che dubitiamo. Mia
madre, ad esempio, la vidi sempre serena, anche negli
ultimi istanti di vita. Lei andava ogni mattina in chiesa,
alla parrocchia di Santa Lucia, e se ne ritornava come se
avesse bevuto un elisir di felicità.
Purtroppo non è che la Fede la si possa conquistare
con i ragionamenti. Non posso dire a me stesso: «Da
domani ho deciso di credere!». È già difficile smettere di
fumare, figuriamoci di dubitare.
* Sull’argomento si consiglia di consultare L’Italia della
Controriforma di Indro Montanelli e Roberto Gervaso, edizione
Rizzoli.
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